Ieri pomeriggio, con la produzione, da parte del pm della Dda di Palermo Gianluca De Leo, di un documento del Dap che attesta il decesso del boss stragista Matteo Messina Denaro si è chiuso al Tribunale di Marsala il processo avviato lo scorso 13 settembre all’ex super latitante di Cosa nostra, morto lo scorso 25 settembre a L'Aquila. Un certificato di morte rilasciato dal Comune de L'Aquila è stato, invece, prodotto dall'avvocato Luca Bonanno, del foro di Palermo, difensore d'ufficio. Matteo Messina Denaro era imputato sulla base di due indagini, "Annozero" sulle "famiglie" del Trapanese e "Xydi" su quelle dell'Agrigentino, nelle quali il boss di Cosa nostra era rimasto coinvolto, ma la cui posizione era stata stralciata in fase di udienza preliminare quando era latitante. Alla prima udienza, la presidente del collegio giudicante, Alessandra Camassa, aveva comunicato che al Tribunale era pervenuta una "rinuncia a comparire" in udienza firmata dall'imputato, anche se sulle sue condizioni di salute non era arrivata alcuna comunicazione. Al boss era contestato di avere impartito direttive, attraverso rapporti epistolari, costituendo il punto di riferimento mafioso decisionale in relazione alle attività e agli affari illeciti più importanti, gestiti da Cosa nostra, in provincia di Trapani e in altre zone della Sicilia. Numerose erano le parti civili ammesse dal gup di Palermo al momento del rinvio a giudizio.

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