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Il sostituto procuratore generale di Messina commenta le uscite e i pranzi al ristorante del condannato Denis Verdini

Questo governo aveva promesso rigore ed effettività della pena. In realtà, grazie alle sue leggi, potremo punire i rave party, ma non un funzionario corrotto che sia stato condannato a meno di 4 anni, perché potrà usufruire dell’affidamento al servizio sociale. Del quale, invece, dovrebbe usufruire un ragazzo non scolarizzato, cresciuto ai margini della società, e non un magistrato che si vende una sentenza, per fare un esempio”. A dirlo, intervistato da Il Fatto Quotidiano, è il magistrato Felice Lima, sostituto procuratore generale di Messina, commentando la detenzione ai domiciliari dell’ex senatore Denis Verdini, condannato per il crac dell'ex Credito Cooperativo Fiorentino, nella quale l’ex parlamentare ha potuto circolare come un turista qualsiasi e pranzare persino con un sottosegretario di governo al ristorante.
Lima parla di una giustizia a due marce, forte con i deboli e debole con i forti. “Ogni singola violazione del reddito di cittadinanza - ha affermato Lima - finisce con enfasi sui giornali, ma nessuno dice che in Italia evadere l’Irpef fino a 100mila euro l’anno non è reato: possiamo permetterci di non processare chi in 6 anni evade 600mila euro di tasse. Puniamo chi ruba un motorino, chi accoltella una persona per rapina, ma se fai crollare un ponte perché non hai tenuto la manutenzione, e muoiono decine di persone, la punizione sarà più difficile”. La popolazione carceraria è composta per la stragrande maggioranza da tossicodipendenti ed extracomunitari. “Non è un caso - ha commentato il magistrato - il legislatore ha fatto una scelta. Il nostro sistema penale è classista e razzista: punisce gli emarginati, i poveracci, ma salva quasi sempre i colletti bianchi. Il furto pluriaggravato è punito da 3 a 10 anni, la ricettazione da 2 a 8, la corruzione per l’esercizio della funzione da 1 a 6 anni. Questo dimostra che il legislatore ha fatto una scelta”. E le conseguenze? “Cito sentenze che ho analizzato per lavoro: un tunisino condannato a due anni e mezzo per ricettazione, perché vendeva Rolex finti a 20 euro al mercato. Un imprenditore, che aveva omesso di versare all’Inps ben 2,9 milioni di contributi, punito con 9 mesi. E pena sospesa, quindi libero. Una signora, per un furto di tre uova di Pasqua in un supermercato è stata condannata a 4 anni e mezzo, ridotti a 3 con l’abbreviato. Un importante bancarottiere, pluricondannato in modo definitivo, tempo fa ha chiesto attraverso il suo avvocato di scontare l’affidamento in prova al servizio sociale in Kenya. Dove s’era trasferito prima della sentenza”.

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