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I giudici della Suprema Corte di Cassazione hanno annullato la condanna di appello a 8 anni, inflitta nel processo Halycon-Assedio al farmacista Angelo Lauria e a Lucio Lutri, funzionario della Regione, maestro venerabile di Pensiero e Azione.
E' stato dunque accolto il ricorso, presentato dai legali di Lutri (gli avvocati Vincenzo Giambruno, Salvino Mondello e Giovanni Rizzuti) e del farmacista Lauria, difeso da Giuseppe Di Peri e Valerio Spigarelli.
Diversamente sono stati rigettati i ricorsi degli altri imputati, mentre è stata ridefinita una pena inflitta dalla Corte di appello a un imputato.
Il processo è quello che aveva permesso di ricostruire, secondo l'accusa una serie di rapporti tra mafia, politica e massoneria deviata nell’Agrigentino.
Lutri era accusato di concorso esterno in associazione mafiosa: per l’accusa, "grazie alla rete relazionale a sua disposizione quale maestro venerabile della loggia", avrebbe "acquisito e veicolato agli appartenenti alla famiglia mafiosa informazioni riservate circa l’esistenza di attività di indagine a loro carico" e sarebbe intervenuto per favori di altra natura.
Per la difesa, però, mancava la controprestazione a quelle che sono state definite una sorta di millanteria da parte del funzionario regionale e maestro venerabile.
La Cassazione ha anche rigettato i ricorsi di Angelo Occhipinti, Angelo Graci, Giovanni Mugnos, Marco Massaro e Vito Lauria, e li ha condannati al pagamento delle spese processuali.
E' stato anche dichiarato inammissibile il ricorso di Giacomo Casa, condannato al pagamento delle spese processuali.
Così come riportato dal Giornale di Sicilia è stata annullata la sentenza - per quanto riguarda la quantificazione della pena per Raimondo Semprevivo (avvocato Ninni Reina), perché non era stata valutata la riduzione di un terzo, e per Puleri limitatamente al diniego delle circostanze attenuanti generiche: sarà un nuovo giudizio in corte di Appello a pronunciarsi.
Occhipinti, Casa, Semprevivo, Puleri, Mugnos, e Vito Lauria sono stati condannati anche alla rifusione delle spese di rappresentanza e difesa sostenute nel giudizio dalle parti civili Sicindustria e Centro studi Pio La Torre, "che liquida in complessivi 10 mila euro". Occhipinti, Casa, Semprevivo, Puleri e Mugnos sono condannati pure alla rifusione delle spese di rappresentanza e difesa sostenute nel giudizio dalla parte civile Cgil (9 mila euro).

Foto © Imagoeconomica

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