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"La sicurezza e la manutenzione non solo delle autostrade, ma anche delle ferrovie e delle dighe, sono sempre stati obiettivi primari del ministero, come indicato anche dagli obiettivi strategici che, negli anni in cui sono stato ministro, ho predisposto. Ma gli obiettivi strategici, che spettano alla parte politica, si traducono poi in obiettivi operativi che vengono affidati alla struttura tecnica". Lo ha detto in aula l'ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, sentito ieri a Genova nell'ambito del processo per il crollo del ponte Morandi, in quanto titolare del dicastero dal 2015 al giugno del 2018.

I due direttori generali per la vigilanza sulle concessionarie succedutisi sotto il mandato di Delrio, Mauro Coletta e Vincenzo Cinelli, sono tra i 59 imputati. "Come ministro non conoscevo in dettaglio le modalità di svolgimento del monitoraggio delle infrastrutture da parte delle concessionarie che interloquivano direttamente con la struttura tecnica". In merito invece al dovere di vigilanza del Mit sulle concessionarie, Delrio a domanda del pm Marco Airoldi se le risorse del ministero erano sufficienti per controlli a tappeto su tutte le infrastrutture ha spiegato che "le risorse disponibili per una vigilanza capillare non erano sufficienti, ma ero convinto che delle verifiche a campione venissero eseguite. Però era solo un mio pensiero, perché non rientrava nella mia competenza verificare che venissero effettivamente eseguite". Quando poi il pm chiede se avesse avuto notizia delle interrogazioni parlamentari formulate nel 2015 e nel 2016 dal senatore Maurizio Rossi che, sollecitando la realizzazione della Gronda autostradale, poneva alcune questioni sul 'grave problema del ponte Morandi che attraversa la città e di cui non si conosce la sicurezza da tempo', Delrio risponde che "ne sono venuto a conoscenza solo dopo il crollo perché al ministero arrivano centinaia di interrogazioni e non a tutte mi viene chiesto di rispondere". "E comunque - ha aggiunto - devo dire che se anche l'avessi vista prima, non l'avrei considerata come un allarme perché la premessa sulle condizioni di sicurezza del ponte era abbastanza generica e l'obiettivo mi pare fosse stimolare la realizzazione della Gronda per il potenziamento della viabilità in quello che è un nodo strategico".

Delrio, peraltro, è il ministro che nel 2017 firmò la proroga di ulteriori quattro anni (dal 2038 al 2042) della concessione ai Benetton proprio in cambio dell'impegno a costruire la Gronda entro il 2028. Un regalo reso possibile dallo Sblocca Italia, la legge del governo Renzi che consentiva di allungare le concessioni senza gara promettendo nuovi investimenti. L'accordo non entrò mai in vigore perché venne stracciato dal suo successore, Danilo Toninelli, dopo il crollo del Morandi.

Fuori dall'aula però, come riporta il 'Fatto', è stato contestato da Giovanna Donato, ex moglie di Andrea Cerulli, una delle 43 vittime del crollo: "La priorità era la sicurezza? Peccato che è crollato proprio perché non è stata curata la sicurezza".

Fonte: Agi

Foto © Imagoeconomica

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