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Il tribunale di Monaco di Baviera ha condannato l'ex amministratore delegato del gruppo automobilistico tedesco Audi, Rupert Stadler (in foto), a un anno e nove mesi di reclusione con sospensione condizionale della pena per il suo coinvolgimento nello scandalo diesel che ha travolto Volkswagen. Durante il processo a suo carico, Stadler aveva ammesso di essere colpevole di frode per non aver interrotto la vendita delle auto con dispositivi truccati per il controllo delle emissioni inquinanti. 
In particolare, l'ex Ad aveva dichiarato: "Non sapevo che i veicoli fossero stati manipolati e che di conseguenza gli acquirenti fossero stati danneggiati, ma l'ho riconosciuto come possibile e l'ho accettato". Stadler aveva aggiunto che avrebbe potuto intervenire, ma si era astenuto dal farlo e se ne rammaricava molto. L'ex dirigente è dunque il primo dei consiglieri di amministrazione del gruppo automobilistico tedesco Volkswagen ad aver ammesso in tribunale l'accusa di frode per omissione nello scandalo diesel. 
La confessione è stata frutto di un accordo tra l'imputato e i giudici. In cambio dell'ammissione di colpevolezza, Stadler ha evitato il carcere e ha ottenuto una condanna con sospensione condizionale della pena in libertà vigilata, da scontare presso organizzazioni senza scopo di lucro. Inoltre, l'ex Ad di Audi dovrà pagare una multa di 1,1 milioni di euro. Stadler era sotto processo da settembre 2020. Secondo l'accusa, dopo che le manipolazioni dei gas di scarico nel gruppo Volkswagen sono diventate note nel 2015, l'allora Ad di Audi non è riuscito a fermare la vendita delle auto interessate con motori dell'azienda. Per anni, Stadler aveva rivendicato di essere innocente.

Foto © Imagoeconomica

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