Il Procuratore della Repubblica di Salerno, Giuseppe Borrelli ne parla con Giovanni Tizian a Trame 12
“In questo momento il traffico di droga si muove per vie marittime e il Mediterraneo sotto questo profilo è un territorio d’elezione”. È con queste parole che il procuratore di Salerno Giuseppe Borrelli apre l’incontro ‘Ndrangheta e Camorra, l’impero sul Mediterraneo, della dodicesima edizione di Trame - Festival dei libri sulle mafie, a Lamezia Terme.
Insieme a Giovanni Tizian, Borrelli illustra la portata di un impianto molto complesso, fatto di organizzazioni che coinvolgono diversi paesi del Mediterraneo.
“Nell’estate del 2020” continua il procuratore Borrelli, “vengono sequestrati presso il porto di Salerno container che contengono 14 tonnellate di Captagon, circa 88 milioni di pasticche”.
Il Captagon è una droga sintetica derivata dall'anfetamina, meglio conosciuta come droga del combattente e nota per il suo uso da parte dell’Isis.
“L’indagine è interessante, poiché relativamente a quelli che erano stati gli importatori per lo più rimasti sconosciuti - perché la droga doveva arrivare in Libia - e gli esportatori della sostanza stupefacente, la droga partiva da un porto siriano, il porto di Latakia, dal quale risultano essere partiti tutti i quantitativi di Captagon che sono stati sequestrati”.
Questo palesa innanzitutto, un problema di controllo dei porti, ma ancor di più evidenzia l’esistenza di una vera e propria rete logistica dedicata al trasporto di sostanze e merci illecite, sostenuta anche dalla mancanza dei giusti supporti tecnologici e scanner specifici.
Le riflessioni sollecitate da Tizian si muovono anche su altri temi molto caldi come il dibattito sull’uso delle intercettazioni tra gli strumenti di indagine, l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio e le modifiche al traffico di influenze illecite.
A proposito del recente dibattito, tra il capo della Procura nazionale contro la criminalità organizzata Giovanni Melillo e il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sull’uso delle intercettazioni, Borrelli ricorda le modifiche già fatte alla legge.
“Nel 2017 è entrata in vigore una legge di riforma delle intercettazioni che ha cominciato a funzionare nel settembre del 2020” spiega Borrelli. “La nuova legge”, continua il procuratore di Salerno, “prevede che sebbene le intercettazioni debbano essere messe a disposizione delle parti, divengono pubbliche solo quelle rilevanti. Si parla di qualcosa che non è attuale. Il dibattito che si sta svolgendo non tiene conto di modifiche legislative che sono entrate in vigore tre anni fa".
Sulla lotta alla mafia infine non manca una riflessione più ampia che rimarca gli effetti sulla percezione ambientale e sociale del fenomeno e la limitazione dei diritti. In modo particolare il procuratore Giuseppe Borrelli sottolinea con forza quei "diritti che vengono calpestati ogni giorno: i diritti delle persone normalmente deboli nei territori governati dal potere delle organizzazioni mafiose".