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La madre della piccola scomparsa è stata interrogata. Il padre, in carcere, ha tentato il suicidio

Proseguono le ricerche a Firenze per trovare la piccola Kataleya, 5 anni, scomparsa dal primo pomeriggio di sabato 10 giugno mentre giocava nel cortile dell'ex hotel Astor, nel quartiere di Novoli, dove abita con la famiglia di origine peruviana, uno stabile occupato da un centinaio di immigrati.
Sulla scomparsa di Mia Kataleya Chicllo Alvarez, così si chiama la bimba, la Procura di Firenze “ha aperto un fascicolo" ha detto ieri il generale Gabriele Vitagliano, comandante provinciale dei carabinieri del capoluogo. Secondo quanto si apprende, inizialmente il fascicolo sarebbe stato aperto per l'ipotesi di reato di abbandono di minore e successivamente sarebbe stato cambiato in sequestro di persona. Non ci sono novità, ha spiegato il generale confermando “la ricostruzione con la bambina che giocava nel cortile e poi tra le 15 e le 15:15 è stata persa di vista. La madre e altri hanno iniziato a cercarla e poi, quando hanno perso la speranza di trovarla, alle 20 sono andati alla stazione dei carabinieri di Santa Maria Novella e mentre presentavano la denuncia immediatamente la Prefettura ha avviato immediatamente il piano persone scomparse". Si indaga su un possibile rapimento, dunque, le cui motivazioni - qualora fosse confermata l’ipotesi - sono ancora sconosciute.
Anche la Direzione distrettuale antimafia è stata interessata della vicenda. La madre Kathrine Alvarez è stata sentita oggi in Procura come persona informata dei fatti. Non c'è al momento, secondo gli investigatori dell'Arma dei carabinieri che conducono le indagini, nessun elemento che porti a pensare a un coinvolgimento delle persone indicate dalla madre della piccola come possibili responsabili, ovvero coloro che una decina di giorni fa furono protagonisti di un'aggressione per una vicenda legata al racket degli affitti nell'immobile occupato. Eppure, in una dichiarazione rilasciata alle telecamere ieri mattina la mamma della bambina ha detto: "Non farò denuncia, non farò niente, ma lasciate tornare a casa mia figlia". Intanto di Kataleya non c'è nessuna traccia: mezza città è stata battuta da centinaia di volontari senza esito. La Prefettura ha chiuso il piano delle ricerche della piccola: ora sono in corso le indagini della polizia giudiziaria. Il padre della bimba, 26 anni, che si trova in carcere a Sollicciano per furto e reati contro il patrimonio, ieri ha tentato il suicidio ingerendo del detersivo: è stato portato all'ospedale di Careggi e sottoposto a lavanda gastrica e adesso è controllato a vista dai carabinieri. Una situazione caotica che tra la scomparsa della piccola, l’occupazione abitativa e le condizioni fisiche e psichiche dei genitori, non fa altro che aggravarsi aggrovigliando una matassa che occulta sempre più il corpicino di Kataleya.

Foto © Imagoeconomica

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