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Siglato ieri al Palazzo di giustizia di Palermo il protocollo d'intesa tra il Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Palermo Lia Sava, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, Maurizio de Lucia e il Procuratore per i minorenni Claudia Caramanna, per il coordinamento e lo scambio informativo finalizzato alla tutela dei minori figli di indagati per gravi reati tra cui i delitti di associazione a delinquere di stampo mafioso e di traffico di sostanze stupefacenti. 
Il protocollo, il primo intervenuto, in materia, nel distretto della Corte d'Appello di Palermo, "nasce dal particolare allarme per le numerosissime segnalazioni di soggetti minorenni coinvolti in contesti familiari dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti e/o comunque appartenenti a Cosa Nostra, dove vengono proposti modelli educativi deteriori, antitetici a quelli enucleabili dalle fonti normative internazionali e comunitarie a tutela dell'infanzia e che possono determinare un pesante condizionamento educativo che pone una seria ipoteca sul loro sviluppo e sul loro futuro", si legge in una nota. 
"Questa situazione ha reso pressante e urgente l'esigenza di interventi coordinati nei confronti di alcuni nuclei familiari del distretto, con l'avvio di procedimenti civili minorili in parallelo o in esito ai procedimenti penali a carico degli adulti - dicono i magistrati - La Procura per i minorenni, nell'ottica della tutela dell'interesse primario del minore, promuoverà tutti gli opportuni interventi di supporto al minore ed al suo nucleo familiare con provvedimenti graduali che potranno -nei casi estremi di inadeguatezza della coppia genitoriale- comportare anche la decadenza dalla responsabilità genitoriale".
"Le interlocuzioni tra i due uffici requirenti di primo grado sono disciplinate nel protocollo, così come il reciproco scambio di atti e la loro utilizzabilità. Il Procuratore di Palermo ha manifestato piena collaborazione con la Procura per i Minorenni, evidenziando grande attenzione e sensibilità rispetto al tema della ''tutela del minore''. Ruolo fondamentale, nell'ambito del protocollo, è quello del Procuratore Generale che peraltro vigilerà sulla concreta attuazione dello stesso. I due uffici di Procura interessati comunicheranno al Procuratore Generale, con cadenza semestrale, i dati concernenti il numero e la tipologia dei procedimenti per i quali il protocollo ha avuto attuazione.

Foto © Deb Photo

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