Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Nel corso dell'indagine che ha portato all’arresto di venti persone nel nord del barese si è "attestato il ruolo delle donne all'interno di queste compagini criminali, che non hanno assolutamente un ruolo da co-primarie, ma un ruolo dirigenziale". "Così come ci sono particolari contributi collaborativi da parte di donne in altre realtà territoriali, c'è da registrare una crescita di alcune donne nelle organizzazioni criminali" ha detto a Bari, a margine della conferenza stampa, il procuratore aggiunto e coordinatore della DDA, Francesco Giannella (in foto).
Secondo le forze dell'ordine gli indagati avrebbero costituito un sodalizio criminale dedito al traffico di sostanza stupefacente, diretto e promosso da soggetti vicini al clan Pistillo, che opera ad Andria e nel nord Barese. Due delle tre donne arrestate "hanno, di fatto, rappresentato un ruolo di luogotenenza rispetto ai mariti detenuti da molti anni (da circa 20 anni) gestendo i rapporti tra i loro" congiunti e "tutta la compagine al di fuori del carcere, ma occupandosi anche dell'amministrazione delle attività e dei profitti dell'organizzazione criminosa", ha spiegato Giannella. "Difficile determinare" se è un fenomeno di "evoluzione o involuzione", "nella sua ambiguità dal punto di vista sociale", ha fatto eco il procuratore di Bari, Roberto Rossi. "Le donne assumono all'interno della criminalità organizzata un ruolo sempre più importante, centrale: non solo, com'era prima, nell'educazione dei figli alla continuità del clan, ma anche un'attività di tipo operativo - ha aggiunto Rossi -. L'operatività dell'intera struttura, dunque, era permessa dalla presenza di queste donne che erano capaci di gestire il traffico di stupefacenti". Si tratta, dunque, di un "importante ruolo di raccordo dall'interno e verso l'esterno del carcere. Perché, com è ormai noto, le associazioni criminali vivono in due mondi paralleli: il carcere e la strada - ha concluso il coordinatore della Dda Giannella -. E dal carcere bisogna arrivare alla strada attraverso dei collegamenti che, in questo caso, sono stati rappresentati dalle donne".

Barletta-Andria-Trani compagini criminali autoctone
Nella Barletta-Andria-Trani ci sono "compagini criminali autoctone, che hanno il predominio su determinati territori e lo hanno utilizzando metodi mafiosi, metodi di intimidazione, uso di armi, capacità di controllo, che arriva fino ad escludere la presenza in città di spacciatori di altra provenienza" ha detto Giannella. Nel caso specifico è accaduto che alcuni sodali abbiano "gentilmente invitato a farsi da parte" una persona di Bisceglie "riferibile al clan Capriati". "Parliamo di un clan storico, particolarmente affermato - aggiunge Giannella -, che viene confinato dal territorio andriese o a cui viene affidato un territorio dove non deve disturbare". E conclude: "Parliamo di compagini criminali già timbrate con il 'cartellino' del 416 bis" che insistono su "territorio particolarmente delicato, su cui bisogna prestare particolare attenzione".

Foto © Imagoeconomica

ARTICOLI CORRELATI

Operazione antimafia nel nord barese: eseguiti venti arresti

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos