Il Procuratore capo di Milano sentito in Commissione giustizia
Sempre più spesso nelle indagini giudiziarie si procede al sequestro dei telefonini o dei pc per acquisire i messaggi che vi sono contenuti. Ma occorre una legge per disciplinare la materia in maniera "uniforme sul territorio nazionale" perché il rischio è "l'illecita diffusione di dati sensibili".
A lanciare l'allarme e invitare il Parlamento a intervenire, evitando che siano le singole procure a decidere come procedere in questi casi, è il procuratore di Milano Marcello Viola, che oggi è stato ascoltato in audizione dalla Commissione Giustizia del Senato nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle intercettazioni.
"I dispositivi mobili contengono una quantità notevolissima di dati che dovrebbero essere estratti solo ai fini delle indagini - ha detto Viola - La gestione di questi dati è estremamente delicata. Si rischiano inammissibili e illecite diffusioni di dati personali che nulla hanno a che fare con le indagini e attengono alla sfera intima e inviolabile delle persone nei più disparati settori: dagli orientamenti politici ai dati sanitari, dai rapporti personali alle tendenze sessuali, fino ai dati che riguardano le strategie delle imprese". Di fronte a un quadro così delicato "bisognerebbe intervenire", fissare dei "paletti per cui non debba restare traccia dei dati sensibili non utili", prevedendo una serie di passaggi: secondo i suggerimenti del procuratore, avvenuto il sequestro deve essere acquisita la copia integrale della messaggistica e subito restituito il cellulare, con l'espressa previsione che vanno estratti i soli dati rilevanti ai fini dell'accertamento del reato per cui si procede e poi distrutta la copia dei dati riprodotti.
A Milano aumenta uso trojan, ma è solo il 4%
Per quanto concerne le intercettazioni telefoniche il magistrato ha evidenziato come nelle indagini dei pm di Milano "negli ultimi anni c'è stato invece un aumento regolare delle intercettazioni telematiche e del captatore informatico". L'incidenza del trojan "rimane comunque bassa, mai oltre il 4%" delle intercettazioni complessive.
Ai senatori Viola ha spiegato che si fa un uso ragionato delle intercettazioni: "Da una parte vi è ufficio gip che svolge il suo ruolo di controllo e in alcuni casi non ha accolto le richieste della procura", arrivando negli anni passati a sfiorare il 10% di pronunce di non accoglimento; dall'altra "c'è una procura che sottopone al giudice un numero assolutamente minore" delle richieste di intercettazioni che le arrivano dalla polizia giudiziaria. Viola ha escluso che a Milano si siano posti problemi sulla sicurezza delle intercettazioni custodite nell'archivio riservato.
"Non abbiamo avuto alcuna fuga di notizie. Vi è un problema serio e rilevante che riguarda il sistema, che è quello della capienza dell'archivio digitale. Abbiamo chiesto e ottenuto un incremento da parte del ministero, ma entro breve tempo non sarà più sufficiente, ci vorrà una capienza di gran lunga superiore a quella che abbiamo", ha detto il procuratore. Viola ha anche espresso apprezzamento per l'adozione di un listino nazionale sulle intercettazioni, avvenuta con un decreto dell'ottobre scorso, ma ha invitato il ministero della Giustizia a mantenere "un livello adeguato e costante di controllo sul livello del servizio" fornito dalle società che operano nel settore.
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