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La prima commissione propone di “non autorizzare” il tour della scrittrice e procuratrice di Palermo

La prima commissione del Consiglio superiore della magistratura propone di stoppare la partecipazione di Marzia Sabella al “Salone Internazionale del libro” a Torino. Autrice di romanzi e testi di saggistica, nonché procuratrice aggiunta a Palermo, la Sabella avrebbe dovuto intrattenere incontri con studenti in varie scuole aventi ad oggetto il dialogo sulle proprie esperienze, anche letterarie nell'ambito del programma “Adotta uno scrittore”. La prima commissione del Csm, però, all’unanimità ha proposto di declinare l’autorizzazione. Da Palazzo dei Marescialli hanno fatto sapere che, ai sensi dell’art.10 bis della legge 241/1990, sono “autorizzabili” solo gli incarichi di docenza, le conferenze, i seminari, i convegni, gli incontri di studio o le attività similari retribuiti conferiti da enti privati che abbiano come oggetto sociale esclusivo o prevalente l’attività formativa o scientifica in ambito giuridico e che abbiano rilevanza nazionale”. E l’iniziativa del Salone, secondo i consiglieri, non rientrerebbe tra queste.
Per la prima commissione del Csm, infatti, il “soggetto conferente” (il Salone) quale fondazione di partecipazione configurante “modello atipico di persona giuridica privata”, non ha come oggetto sociale esclusivo o prevalente l’attività formativa o scientifica in ambito giuridico. Oltre ad essere la più importante fiera dell’editoria italiana, il “Salone Internazionale del libro” dalla sua fondazione ha sempre dato ampio spazio alle scuole. E con il progetto “Adotta uno scrittore”, da 21 anni il Salone “fa incontrare studenti e studentesse con le migliori autrici e autori contemporanei”, come si legge nel portale. L’edizione 2022/2023 vede il coinvolgimento di 38 autori e autrici. Il fulcro del progetto è “il conoscersi favorendo uno scambio reale tra autori e studenti, un incontro tra diverse esperienze, sensibilità, passioni e interessi”. Ed è quello che avrebbe dovuto fare la Sabella, ma la prima commissione del Csm – nelle vesti dell’ex senatore di Forza Italia Enrico Aimi - ha espresso il suo parere contrario. La delibera è stata trasmessa al Plenum che mercoledì prossimo dovrà decidere se approvarla o meno.
Nessun diniego, invece, per le richieste di togati che chiedevano l’autorizzazione per l’incarico che arrivava da case editrici per: “Lezione sul tema della responsabilità amministrativa degli enti”; “lezione nell’ambito del master in successioni mortis causa”; “lezione di diritto processuale civile”, “lezione di diritto processuale civile e diritto di famiglia”; e “lezione di diritto civile (modalità da remoto)”. Autorizzazioni che suscitano perplessità. Difronte all’art. 21 della Costituzione, infatti, l’impedimento della libertà di espressione di una scrittrice e magistrata appare come un cortocircuito della nostra democrazia. Ecco, dunque, che gli studenti rischiano così di non poter dialogare con una donna di grandi esperienze nella lotta alla mafia come la Sabella (tra le tante cose, da pm ha coordinato l’arresto di Bernardo Provenzano assieme al collega Michele Prestipino e ora rappresenta l’accusa nel processo a carico di Matteo Salvini). Di recente è uscita nelle librerie con “Lo sputo”, (Ed. Sellerio) in cui racconta il coraggio di una donna disperata, la prima a testimoniare contro la mafia, senza enfasi o retorica. Un libro dove si susseguono delitti, funerali, lutti, vendette e sangue, con tratti di ironia sottile seppure amara. Un po’ come la possibile conclusione di questa triste vicenda.

Foto © Deb Photo

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