In manette anche due collaboratori. Il giudice percepiva orologi e viaggi dai soggetti inseriti nell'amministrazione giudiziaria
E’ destinato a far discutere l’arresto del giudice per le indagini preliminari in servizio al tribunale di Latina Giorgia Castriota avvenuto questa mattina. Insieme a lei i finanzieri su delega della procura di Perugia hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare ai danni di due professionisti romani con incarichi di collaborazione nell'ambito di procedure di amministrazione giudiziaria di beni sequestrati. I reati, contestati a vario titolo, sono corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio, corruzione in atti giudiziari e induzione indebita a dare o promettere utilità. In particolare, gli accertamenti svolti nell'ambito dell'indagine che ha portato all'arresto del Gip del Tribunale di Latina e di due collaboratori hanno dimostrato - così come espressamente sottolineato dal Gip del Tribunale di Perugia - "un quadro granitico di gravità indiziaria" facendo intravedere "un chiaro quadro di accordo corruttivo e di vendita della funzione, nel quale soggetti nominati... [dal giudice] ... all'interno dell'amministrazione, già legati da rapporti personali pregressi, retrocedevano al Magistrato, sotto forma di contributo mensile ed altre regalie, parte del denaro... (che lo stesso giudice) ...liquidava loro per l'adempimento degli incarichi". Nel caso di specie, quindi, il giudice di Latina - secondo l'ipotesi accusatoria, fatta propria dal Gip di Perugia - non solo avrebbe direttamente nominato e agevolato il conferimento degli incarichi a persone con cui intratteneva rapporti personali consolidati, ma avrebbe percepito sistematicamente parte dei compensi in denaro liquidati dallo stesso Giudice nell'ambito dell'amministrazione giudiziaria o corrisposto, a titolo di compenso, dalle società sequestrate. Nei capi di imputazione per i quali è stata emessa ordinanza cautelare sono contestate anche altre utilità (quali gioielli, orologi, viaggi e un abbonamento annuale per assistere in tribuna d'onore dello stadio Olimpico alle partite di una squadra calcio) che il giudice avrebbe percepito dai soggetti inseriti nell'amministrazione giudiziaria. Nella misura cautelare sono, infine, indicati numerosi atti contrari ai doveri d'ufficio che il Giudice di Latina avrebbe tenuto nella gestione delle società raggiunte da sequestri. Si tratterebbe, secondo quanto accertato, di condotte quali l'omessa vigilanza o la mancata denuncia di attività illecite da parte degli ex amministratori, ma anche di condotte attive, come l'intenzione di portare le società al fallimento e nominare curatori gli stessi professionisti, con lo scopo, verosimilmente, di mantenere il controllo sulla procedura e non perdere la fonte di guadagno oltre a quello di tutelare sé stesso da ingerenze esterne e da eventuali soggetti estranei, che avrebbero potuto evidenziare le criticità o la mala gestio dell'amministrazione giudiziaria.
Nell'operazione di stamane della Procura e dei finanzieri di Perugia risultano indagati anche altri due professionisti coinvolti nelle medesime amministrazioni giudiziarie. Eseguite perquisizioni da parte dei magistrati e dei finanzieri del Nucleo Pef di Perugia, nonché acquisizioni di informazioni da persone informate sui fatti, al fine di riscontrare se lo schema delineato nell'amministrazione giudiziaria oggetto di indagine sia già stato utilizzato in altri casi, con gli stessi risultati e con il coinvolgimento anche di altre persone.
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