L’ex magistrato chiede patteggiamento: “Non riconosco alcuna responsabilità”

La Procura di Perugia ha riqualificato l'accusa a carico dell'ex magistrato Luca Palamara, nel processo principale, da corruzione a traffico d'influenze illecite. La rideterminazione è arrivata nel corso dell'udienza di ieri mattina nel procedimento dove Palamara è a processo con Adele Attisani. Alla luce di questo elemento, la difesa di Luca Palamara, con gli avvocati Roberto Rampioni e Benedetto Buratti, ha chiesto il patteggiamento a un anno. Richiesta di patteggiamento che ha avuto l'ok della procura. Adele Attisani ha chiesto invece il rito abbreviato. La corte si è riservata, rinviando l'udienza del 16 maggio. “La modifica dell'imputazione consegue ad una serie di contatti intercorsi con la difesa di Palamara che aveva prospettato la possibilità di definire non solo il processo pendente presso il primo collegio ma anche quello appena avviato in udienza preliminare che pure vede Palamara imputato di corruzione. L'ufficio si è determinato nel senso indicato perché in tal modo - si legge in una nota firmata dal procuratore di Perugia Raffaele Cantone - in linea con lo spirito della recente riforma Cartabia, possono rapidamente definirsi due procedimenti di particolare complessità che avrebbero significativamente impegnato l'ufficio inquirente e quello giudicante nei prossimi anni''. ''La modifica dell'imputazione, con la derubricazione del reato in una fattispecie introdotta solo nel 2012 con la legge anticorruzione che, pur meno grave della corruzione, rientra comunque - spiega la Procura - nel novero dei reati contro la pubblica amministrazione, lascia immutato, del resto, il quadro delle acquisizioni investigative compiute nel corso degli anni dell'ufficio ed appare altresì coerente con un recentissimo orientamento della Cassazione, espresso nel novembre del 2021 nel procedimento contro un ex sindaco di Roma. In quella occasione, la Suprema Corte aveva proceduto a riconfigurare la contestazione di corruzione, elevata nei confronti dell'ex sindaco, affermando dovessero qualificarsi come traffico di influenze illecite quei comportamenti con i quali il pubblico ufficiale, in cambio di una utilità promessa o ricevuta, si presta a porre in essere una mediazione illecita per influenzare le decisioni di altri pubblici ufficiali”.

Il commento: patteggio ma non ammetto alcuna responsabilità
È caduta ogni ipotesi corruttiva nella nuova contestazione della Procura di Perugia. Accedo ai riti alternativi senza riconoscere alcuna forma di mia responsabilità ma solo per liberarmi dal fardello dei processi ed essere così più libero di portare avanti la battaglia di verità per una giustizia giusta - ha detto Luca Palamara -. Come ho sempre dichiarato sin dall'inizio della vicenda che mi ha riguardato non ho mai venduto la mia funzione e mai avrei tradito il giuramento fatto al momento del mio ingresso nella magistratura". “Sono definitivamente cadute tutte le accuse di corruzione mosse nei miei confronti - ha sottolineato - essendo mutata l'ipotesi di reato che mi viene contestata dalla Procura di Perugia. Quindi, non c'è mai stata nessuna corruzione al Csm come una parte della (dis)informazione raccontava il 30 maggio del 2019 all'inizio di questa vicenda. Accedendo ai riti alternativi previsti dalla legge Cartabia per una ipotesi di reato diversa e sicuramente meno grave, ho così deciso di liberarmi dal peso dei processi senza l'ammissione di alcuna forma di mia colpevolezza ma esclusivamente per ragioni personali e processuali”. E ancora: “Tutto questo mi consentirà di essere più libero e di dedicarmi con rinnovato vigore alla battaglia di verità su ciò che non ha funzionato all'interno della magistratura e nei rapporti tra politica e magistratura a supporto di quei tanti cittadini onesti che in questi anni mi hanno sostenuto e che fuori dalle ipocrisie vogliono far sentire la loro voce per una vera riforma della giustizia che da troppo tempo manca nel nostro Paese".

Foto © Imagoeconomica

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