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Consegnato audio in cui si parla di Wojtyla e delle sue uscite notturne. Il pg vaticano Diddi: “Ho avuto mandato dal Papa di indagare a 360°”

Finalmente, a 40 anni dalla scomparsa della giovane Emanuela Orlandi, e a distanza di tre mesi dall’apertura ufficiale di un fascicolo sul giallo, il Vaticano ha sentito il fratello della quindicenne. Un colloquio fruttuoso durato la bellezza di otto ore. “E’ stato un incontro lungo, ma positivo, otto ore, sono andato alle tre e ho finito poco fa, però ho percepito la volontà di fare chiarezza. Al promotore di giustizia del Vaticano ho consegnato le chat tra due cellulari del Vaticano e ho fatto anche i nomi”, ha detto Pietro Orlandi su La7, a DiMartedì, sull'incontro col pg vaticano Alessandro Diddi. "Lo stesso Diddi mi ha detto: ‘Io ho avuto mandato dal segretario e da papa Francesco di fare chiarezza al 100%, di indagare a 360 gradi e non fare sconti a nessuno, dalla base al vertice' - ha proseguito -, e quello per me già è una cosa positiva. Perché io poi ho raccontato tutte le cose che avrei voluto portare quindi lì ho potuto verbalizzare nomi cognomi di tutte le indagini fatte privatamente".

"E lui mi ha assicurato che le indagini andranno avanti sicuramente fino alla fine - ha spiegato ancora Pietro Orlandi -. Anche perché sono cominciate da parecchio tempo. Ha detto 'tu non sei il primo che ascoltiamo', loro hanno già ascoltato diverse persone, hanno già dei documenti su cui lavorare. Ha detto 'certo, tu ci hai aperto dei mondi nuovi con le cose che ci racconti'". "Io gli ho detto che sono contento di questa cosa, gli ho detto che io sono contento proprio del fatto che lui ha detto che non farà sconti a nessuno", ha aggiunto, sottolineando che il quadro che gli è stato tratteggiato è che "sicuramente ci sono delle responsabilità interne al Vaticano. Ho ribadito il fatto che io sono convinto che Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco siano stati e siano a conoscenza di quello che è avvenuto e forse c'è stato un cambiamento nella volontà e hanno deciso magari di fare chiarezza". "Mi hanno assicurato che non c'è nessuna coincidenza con i funerali di Ratzinger, proprio perché loro già da diversi mesi hanno ascoltato delle persone, stanno andando avanti, stanno lavorando su molte cose. Però quello che gli ho raccontato, e davvero non ho fatto sconti a nessuno neanche io - dalla questione legata al pm di Roma Capaldo, che è la questione che reputo più importante, dalla questione di Londra, del racconto del gendarme sui famosi quattro cardinali, per far capire che in Vaticano nell'83 la pedofilia era accettata, quindi era una cosa su cui indagare -, è che la necessità è che non ci siano protezioni per nessuno".

Durante il colloquio è stata menzionata anche la questione di una eventuale "incompatibilità" dell'attuale presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, con un suo ipotetico ruolo di testimone nella inchiesta aperta dal Vaticano sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Pignatone è il magistrato che ha archiviato l'inchiesta sulla scomparsa di Emanuela quando era procuratore capo della Procura di Roma.


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Papa Giovanni Paolo II


La rivelazione shock su Wojtyla
A DiMartedì Pietro Orlandi ha riferito anche di aver saputo “che Wojtyla ogni tanto la sera usciva con due monsignori polacchi e non andava certo a benedire le case...". Una frase-shock con la quale ha ribadito i suoi sospetti sul Papa polacco, fatto santo il 27 aprile 2014, e in genere sulla pedofilia in Vaticano durante il suo pontificato. Pietro Orlandi ha fatto quindi ascoltare un audio da lui consegnato al magistrato vaticano. Nell'audio a parlare sarebbe un uomo vicino alla banda della Magliana: "Papa Giovanni Paolo II se le portava in Vaticano quelle, era una situazione insostenibile. E così il segretario di Stato a un certo punto è intervenuto decidendo di toglierle di mezzo. E si è rivolto a persone dell'ambiente carcerario". In sostanza, Pietro Orlandi ha così ribadito quanto già detto nella precedente puntata della trasmissione di Giovanni Floris, lo scorso 4 aprile: "Penso che una delle possibilità è che Emanuela possa aver magari anche subito un abuso, ma che quell'abuso sia stato organizzato. È stata portata da qualcuno per creare l'oggetto del ricatto e siccome il Vaticano da quarant'anni fa di tutto per evitare che possa uscire la verità ... Certo, se nel '93 si parlava normalmente della pedofilia dei cardinali come se fosse una cosa normale e accettata, uno può pure pensare che la pedofilia sia anche più su di quei cardinali". Pietro ha affermato di avere esposto questo pensiero "qualche giorno fa ad un vescovo" il quale avrebbe commentato: “Beh, probabilmente...". "Forse non ha capito, se parlo di qualcuno più su dei cardinali mi riferisco a Wojtyla", ha ribattuto. "Probabile", è stata la risposta.

Le persone ancora vive diano un contributo
Anche l'avvocato Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi, ha parlato della deposizione di Pietro Orlandi. “Di fatto ci sono delle persone ancora vive che possono dare il loro contributo, anche questo è molto importante, certo è vero che il pm Vaticano ha giurisdizione soltanto in questo fazzoletto di terra cui la procura di Roma non è mai riuscita ad accedere”, ha affermato. "Attraverso le rogatorie, quindi se il promotore farà come ci auguriamo al meglio il suo lavoro, e lo stato metterà le sue risultanze anche a disposizione della commissione di inchiesta, questa volta un passetto avanti si farà". L'avv. Sgrò ha aggiunto che Pietro Orlandi viene ascoltato come "persona informata sui fatti".

Foto © Imagoeconomica

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