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Ieri la sentenza contro Bellini, condannato per l’attentato. “Nar e le altre sigle neofasciste agivano grazie ad appoggio di uomini di Stato e di vertici politici”

Dalle motivazioni della sentenza di Bologna contro Paolo Bellini, accusato di essere uno degli stragisti, emerge "il tradimento alla democrazia, alle sue istituzioni e ai cittadini della Repubblica operato da vertici delle istituzioni e della politica che non si è mai indentificata nei valori della Costituzione nata dalla Resistenza". Lo scrivono gli avvocati Andrea Speranzoni, Lisa Baravelli, Alessandro Forti in rappresentanza dei familiari delle vittime. “Una prima valutazione a caldo, dopo il deposito della motivazione di 1724 pagine della sentenza del processo ai mandanti della Strage del 2 agosto 1980, permette di dire che la Corte d'Assise di Bologna ha argomentato in modo meticoloso ogni tema di prova proposto dalle parti”, hanno osservato gli avvocati. “Anche da una prima lettura delle conclusioni della Corte - hanno affermato - emerge anche l'esistenza di un'area grigia, non meno criminale - proseguono - che ha consentito a terroristi neofascisti di attraversare l'Italia assassinando magistrati, uomini delle forze dell'ordine, cittadini inermi e 85 persone nella sala d'aspetto della stazione centrale di Bologna, ferendone altre 216. Il ruolo di Licio Gelli, Umberto Ortolani, dell'ex senatore dell'MSI Mario Tedeschi e di Federico Umberto D'Amato sono stati trattati in sentenza". E ancora: "Una sentenza che pone una pietra tombale anche sulla menzogna della definizione di 'spontaneismo armato' autoattribuita dai Nar a loro stessi. I Nar, e le altre sigle dell'eversione neofascista Avanguardia Nazionale, Terza Posizione e Ordine Nuovo, agivano grazie all'appoggio di uomini dello Stato, e dei vertici politici di esso, in spregio della tutela della vita umana, dell'incolumità dei cittadini italiani e della democrazia. La lettura di queste pagine richiederà del tempo. Si può tuttavia già notare ad un primo veloce esame, che la strage del 1980 non fu che la prosecuzione della strategia della tensione inaugurata nel 1969 in Italia e che non fu l'ultima tappa della violenza politica che continuò a funestare l'Italia. Nacquero infatti gruppi di potere che continuarono (e riteniamo continuino) a condizionare e a ricattare le istituzioni dello Stato". "Emerge anche la eterogenesi dei fini che riguarda la violenza politica in Italia - si legge nella nota degli avvocati - Viene descritto in sentenza anche il ruolo del terrorista nero Paolo Bellini nella strage, soggetto di Avanguardia Nazionale collegato ai Servizi segreti deviati. Colpiscono alcuni passaggi che riguardano parlamentari del Movimento Sociale Italiano, come ad esempio a pagina 603, dove si legge che 'Paolo Bellini fu certamente un militante di An, fino alla partenza per il Brasile e, dopo il rientro in Umbria, con le false generalità di Roberto Da Silva, fu ricevuto e assistito per conto dell'On. Mariani nello studio dell'Avv. Menicacci'. Impressionanti anche le pagine sui depistatori e sui covi di Stato in Via Gradoli a Roma e sugli ostacoli che hanno appesantito l'istruttoria tentando di condizionare gli esiti del processo. Parte significativa è anche quella relativa al depistaggio mediatico preventivo e preordinato che si incentrò sulla cosiddetta 'pista palestinese'". Gli avvocati di parte civile hanno dedicato le motivazioni della sentenza “a tutti i familiari delle vittime, all'Associazione 2 agosto, alla città di Bologna e alle istituzioni colpite dalla violenza fascista, senza dimenticare i tanti cittadini che non si sono mai arresi e che ci hanno fatto sentire in questi anni la loro vicinanza”.

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