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Domenica scorsa le commemorazioni a Siena, davanti alla sede della Banca dove i famigliari sostengono sia stato lanciato giù da qualcuno

Sono passati dieci anni dalla morte di David Rossi, l'ex capo della Comunicazione di Mps, precipitato da una finestra della Rocca Salimbeni ma restano ancora tanti interrogativi. Era la sera del 6 marzo 2013 quando Rossi venne trovato a terra, ormai senza vita, in vicolo Monte Pio, la strada sulla quale si affacciava il suo ufficio del palazzo dove ha sede la storica banca. Aveva detto alla moglie che stava tornando, invece a casa non arriverà mai. La procura di Siena aveva aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, in modo da poter svolgere le indagini, ma gli accertamenti fin dall'inizio propendono per il gesto volontario. E infatti due inchieste vengono archiviate come suicidio. Una tesi respinta con forza dalla famiglia. Qualche giorno prima della morte, il 19 febbraio, la Guardia di Finanza, su ordine della Procura di Siena, aveva perquisito anche il suo ufficio nell'ambito di un'indagine sull'acquisizione della Banca Antonveneta che non lo vide mai indagato. Emergono dubbi. Che motivo aveva Rossi di uccidersi? La sua morte si intreccia con le vicende che attraversa all'epoca uno dei principali gruppi bancari italiani? Chi lo conosceva racconta di un David diverso nelle ultime settimane: cosa lo inquietava? Inchieste giornalistiche sollevano perplessità sulle indagini. E accendono i riflettori su nuovi scenari come la vicenda di presunti festini nella zona di Siena.
Intanto, in questi anni, sono arrivate due archiviazioni come suicidio, una sentenza di primo grado che ha rigettato la richiesta di risarcimento nel processo civile intentato contro la banca. A livello giudiziario gli ultimi risvolti riguardano l’iscrizione al registro degli indagati dei pm di Siena titolari del fascicolo sulla morte di Rossi, per la mancata verbalizzazione della perquisizione, con annessa ispezione informatica e sequestro della stanza del manager. Una notizia accolta positivamente dalla famiglia che aveva visto la loro archiviazione a Genova.
Poi è arrivato il lavoro di una prima Commissione parlamentare di inchiesta sul caso e una seconda Commissione che potrebbe ottenere il via libera in queste settimane. La Commissione parlamentare di inchiesta ha lavorato fitto tra audizioni e colpi di scena e aveva disposto una maxi perizia che se da un lato parla dell'ipotesi di un gesto "anticonservativo" dall'altro rileva anche lesioni sul corpo non attribuibili alla caduta lasciando aperti molti interrogativi. Quelle ferite potrebbero essere frutto di una colluttazione prima del volo dalla finestra? Se soccorso prima, David Rossi poteva essere salvato? Intanto gli atti frutto del lavoro della Commissione vengono trasmessi alle procure competenti dando adito a nuovi fascicoli. E ora una nuova Commissione potrebbe tornare ad occuparsi del caso anche in questa legislatura: la discussione in aula inizierà il 20 marzo e il via libera è atteso intorno al 24.
Domenica un centinaio di persone in piazza Salimbeni a Siena, di fronte alla sede centrale di banca Mps, ha partecipato alla commemorazione di David Rossi nel decennale della sua morte. L'iniziativa è stata promossa dai familiari. C'erano le scritte "10 anni senza" e "Verità per David" su due striscioni, posti l'uno accanto all'altro, e issati proprio di fronte all'edificio di Rocca Salimbeni. Non è stato fatto nessun minuto di silenzio "perché subiamo il silenzio da 10 anni", ha spiegato Carolina Orlandi. "E' faticoso per noi chiedere giustizia e verità, affrontando tutto ciò, parlando ancora di ematomi e ferite: la giustizia non ha mai aperto un fascicolo per omicidio", ha aggiunto Orlandi ricordando con voce emozionata il capo comunicazione di Mps. "E' inaccettabile che siano passati 10 anni e che tutto questo tempo non sia servito ad avere risposte alle domande che abbiamo formulato", ha detto Antonella Tognazzi, vedova di David Rossi, parlando con i giornalisti. "Mi aspetto che la nuova commissione parlamentare d'inchiesta prosegua nel magistrale lavoro fatto da quella precedente", ha aggiunto Tognazzi di fronte all'ipotesi della nascita di una nuova commissione parlamentare sulla vicenda. Il ricordo è durato circa un'ora, si sono soffermati dei passanti che hanno appreso così dell'iniziativa, è intervenuta Carolina Orlandi parlando di David Rossi ai presenti. "Nell'inchiesta sulla morte di David Rossi non si è voluto vedere l'evidenza”, ha affermato. “Non è stata cercata la verità nelle prime ore, nei primi giorni, nei primi mesi, nei primi anni". E ha aggiunto. “Tutto quello che non e' stato fatto nei primi momenti dell'inchiesta ha condizionato tutto quello che è successo dopo. Non ho idea di chi possa sapere. Ma chi sa però si metta una mano sulla coscienza - ha proseguito Orlandi - sto parlando di persone che quella sera erano lì o hanno visto qualcosa e anche di persone che sanno cosa è successo". Orlandi ha poi concluso, riguardo agli ematomi sul corpo di Rossi: Che "David sia stato picchiato non lo dico io, è scientificamente provato, ma lo dice anche la commissione parlamentare di inchiesta. E ancora oggi non si sa chi l'abbia potuto fare".

Foto © Imagoeconomica

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