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Secondo gli inquirenti Cosa Nostra faceva campagna elettorale per alcuni candidati al consiglio comunale di Petrosino, nell'area controllata da Matteo Messina Denaro: sono finiti agli arresti, uno in carcere e l'altro ai domiciliari, un pregiudicato per associazione mafiosa e un consigliere comunale del piccolo centro del Trapanese, raggiunti da un provvedimento emesso dal gip del Tribunale di Palermo su richiesta della Dda. La misura ha origine dall'operazione Hesperia, l'ultima operazione investigativa che ha fatto terra bruciata intorno al superlatitante prima della sua cattura, avvenuta a gennaio scorso. Lo scorso 6 settembre erano state arrestate 35 persone indiziate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, turbata libertà degli incanti, reati in materia di stupefacenti, porto abusivo di armi, gioco d'azzardo e altro, tutti aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose.
Quanto ai due arresti di oggi, secondo gli inquirenti l'uomo vicino a Cosa nostra, già condannato in primo grado per 416 bis e definitivamente per aver favorito in passato la latitanza degli allora vertici del mandamento mafioso di Mazara del Vallo, ha procurato voti in favore del candidato, poi eletto, in cambio di denaro e della sua disponibilità a rendersi utile alla mafia. Nell'aprile del 2022, quindi nel pieno della campagna elettorale per le elezioni comunali a Petrosino, si sarebbero svolti incontri tra il pregiudicato soggetto e alcuni candidati, che già prima della tornata elettorale venivano indicati come vincenti. Il politico venne accompagnato dal mafioso nei quartieri popolari porta a porta, facendo presente a quale lista apparteneva, lista che poi è risultata vincente, e promettendo insieme con lui assunzioni e favori. Sono state effettuate altre due perquisizioni domiciliari e notificati altrettanti avvisi di garanzia, sempre per il presunto reato di scambio elettorale politico-mafioso, nei confronti di un altro consigliere comunale, indiziato di avere beneficiato di voti da parte dell'associazione, e di un altro indagato, che avrebbe assicurato comunicazioni riservate con gli altri soggetti coinvolti.

Fonte: Agi

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