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Le intercettazioni sono “d’importanza fondamentale, non solo nel contrasto alla criminalità organizzata ma anche nell'accertamento di più gravi forme di crimine". "Sarebbe oggi una limitazione molto grave limitare solamente al contrasto ai cosiddetti reati di mafia o di terrorismo lo strumento intercettivo. Questo perché è importante osservare che le organizzazioni mafiose" come la 'Ndrangheta, non operano "solamente con metodi violenti o con azioni violente o nei traffici internazionali di droga o con l'imposizione violenta di beni e servizi. Oggi la 'Ndrangheta inquina i mercati legali dell'economia con flussi finanziari" che "si immettono nei mercati economici inquinandoli".
Sono state queste le parole del procuratore della repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri intervenuto in commissione giustizia al Senato nell'ambito dell'esame conoscitivo in tema delle intercettazioni.
Queste ultime, ha detto il procuratore, non vengono "usate solo per accusare, ma anche per escludere delle responsabilità in capo a determinati soggetti". Quindi privare "le istituzioni giudiziarie, magistratura e forze di polizia, di uno strumento così importante nell'accertamento di reati così gravi diventerebbe veramente un vulnus per la tutela dei diritti dei cittadini".
Altro dato fondamentale è che nel nostro "ordinamento sono previste" tutta una serie di "garanzie nelle attività di intercettazioni che non hanno pari in altri ordinamenti". Durante l'audizione è intervenuto anche il procuratore della repubblica di Napoli facente funzioni Rosa Volpe: "Le plurime indagini che nel tempo sono state qui svolte e che hanno consentito di disvelare le importanti relazioni criminali" si "sono sempre e costantemente avvalse delle attività di intercettazioni siano esse telefoniche, siano esse ambientali, siano esse appunto telematiche e con il captatore informatico. Senza delle quali, a mio avviso, sarebbe impossibile, disvelare questi meccanismi illeciti a cui facevo cenno, oggi quanto mai sofisticati e impenetrabili".
"Senza le intercettazioni
- ha detto -  da svolgersi oggi nelle più avanzate forme che la tecnologia consente, non si potrebbe pervenire ad una azione di contrasto efficace e seria della criminalità organizzata".
Per quanto riguarda la durata delle intercettazioni il magistrato ha spiegato che "le intercettazioni ci vengono prorogate dal giudice. Ora se il giudice ritiene che non ci siano più i presupposti per troncare le intercettazioni può anche rigettare la proroga, così come spesso avviene".
"Vi sono reati di criminalità organizzata per i quali è possibile fare le intercettazioni anche oltre i due anni, che è il termine massimo delle indagini. Faccio riferimento al 416 bis che come sapete appunto essendo un reato permanente non ha termini diciamo delle indagini preliminari".
Infine è stata la volta del Presidente della sezione GIP del tribunale di Milano Ezia Maccora: c'è stata certamente una amplificazione della invasività da parte di questo strumento (le intercettazioni ndr) "nonostante queste siano indispensabili", ma "forse questo va rapportato alla parallela capacità di elusione dimostrata dagli indagati rispetto ai reati più gravi". "Proprio come se ci fossero due vie che camminano parallele: da un lato il progredire della invasività della captazione e dall'altro una scelta quasi necessitata da una sempre maggiore capacità delle criminalità di sfuggire ai controlli cosiddetti tradizionali".
Ma lo strumento delle intercettazioni rischia di essere uno strumento superato se si pensa alle tante piattaforme informatiche "criptate che ormai molte organizzazioni criminali usano".

Foto © Imagoeconomica

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