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E' toccato a Cecilia Loreti, all'epoca fidanzata dell'estremista di destra Marco Pizzari, e a un maresciallo del Ros deporre ieri nel processo in corso a Bologna a carico dell'ex Nar Luigi Ciavardini (condannato in via definitiva all'ergastolo come uno dei responsabili della Strage di Bologna) e dell'ex militante di Ordine nuovo e Avanguardia nazionale Vincenzo Vinciguerra. Quest'ultimi sono accusati di falsa testimonianza aggravata, per essere stati reticenti e aver rilasciato alcune dichiarazioni non veritiere nell'ambito del processo di primo grado che ha portato alla condanna all'ergastolo dell'ex Nar Gilberto Cavallini, considerato uno degli autori della Strage del 2 agosto 1980. 
In particolare la Loreti è stata sentita sugli spostamenti di Ciavardini in Veneto nei giorni precedenti alla Strage di Bologna e su alcune dichiarazioni in merito all'omicidio del giudice Mario Amato, per il quale sono stati condannati come esecutori materiali lo stesso Ciavardini e Gilberto Cavallini. Oltre a Loreti è stato sentito anche un investigatore dei carabinieri del Ros. Per quanto riguarda Massimo Sparti - figlio di Stefano, che con la sua testimonianza fu decisivo per la condanna all'ergastolo di Francesca Mambro, Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini -, anche lui imputato per falsa testimonianza ma morto a Roma lo scorso gennaio, l'avvocato Andrea Speranzoni, che fa parte del pool di legali che assistono i familiari delle vittime della Strage, ha presentato una memoria alla giudice Gilda Del Borrello chiedendole di dichiarare estinto il procedimento nei suoi confronti esclusivamente per morte del reo, ma non sulla base del comma 2 dell'articolo 129 del Codice di procedura penale. Secondo l'articolo, infatti, "quando ricorre una causa di estinzione del reato ma dagli atti risulta evidente che il fatto non sussiste o che l'imputato non lo ha commesso o che il fatto non costituisce reato o non è previsto dalla legge come reato, il giudice pronuncia sentenza di assoluzione o di non luogo a procedere". In altre parole i legali di parte civile chiedono che Massimo Sparti "non venga dichiarato innocente". La giudice si è riservata di decidere entro 60 giorni. Nella prossima udienza, il 13 marzo, testimonieranno, su richiesta dei legali di parte civile, il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, in rappresentanza del Comune, il presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, per la Regione, e una quarantina di familiari delle vittime dell'attentato alla stazione.

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