"La mancanza dell'aspetto pubblico del processo, scelta dalla Procura della Repubblica, è un'iniziativa che non può essere condivisa". L'avvocato Bonifacio Giudiceandrea, consulente legale del Coordinamento lavoro porfido e già legale degli operai cinesi costituitisi parte civile del processo "Perfido", ha presentato al Café de la Paix, a Trento, la principale criticità del rito abbreviato, che domani potrebbe essere chiesto da alcuni imputati del processo sull'infiltrazione della 'Ndrangheta in Trentino. "Solitamente il rito abbreviato si può chiedere solo prima che inizi il processo. La normativa Cartabia, da poco entrata in vigore, sembrerebbe aprire la strada alla possibilità di chiedere, anche a dibattimento iniziato, di procedere con il rito abbreviato. Anche se a noi non sembra che sia così", ha spiegato Giudiceandrea. "Il Coordinamento lavoro porfido è allarmato. Non è parte civile del processo, ma tutela tre operai cinesi che sono stati abbandonati dal sindacato e che sono tutelati in questi termini dal Coordinamento", ha aggiunto. "Il nostro scopo è quello di attirare l'attenzione facendo sì che domani chi si troverà in aula a prendere determinate decisioni si trovi in imbarazzo nel prenderle. Questa è la nostra unica speranza", ha ricordato Walter Ferrari, portavoce del Coordinamento lavoro porfido, che fin dal 2008. Inoltre ha ricordato "le gravi condizioni di lavoro che si sono create nel settore negli ultimi vent'anni". Alle 13.30, domani, il Coordinamento lavoro porfido si troverà davanti al Tribunale di Trento per diffondere il suo appello.
Foto © Imagoeconomica
ARTICOLI CORRELATI
Processo ''Perfido'': dubbi e scelte procedurali ''inusuali''
'Ndrangheta, coordinamento Perfido: vulnus giurisprudenziale
'Ndrangheta, processo ''Perfido'': per alcuni imputati deciso il rito abbreviato
Lona Lases verso il default, Clp: ''Necessaria Commissione di accesso''