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Dovrebbe esserci anche Karima El Mahroug, più conosciuta come Ruby, domani nell'aula bunker davanti al carcere milanese di San Vittore per la lettura della sentenza nel processo sul caso Ruby ter, a carico di Silvio Berlusconi, della stessa giovane marocchina e di altri 27 imputati, che si concluderà dopo oltre 6 anni. 
E a distanza di più di dieci anni da quelle presunte false testimonianze delle ex ospiti delle serate del 'bunga-bunga' ad Arcore nei due primi processi sull'affaire Ruby, che sarebbero state comprate, secondo l'accusa, dal Cavaliere, imputato per corruzione in atti giudiziari. A inizio udienza domani mattina, davanti al collegio della settima penale (Tremolada-Gallina-Pucci), sarà formalizzata la revoca della costituzione di parte civile da parte del legale Gabriella Vanadia dell'Avvocatura dello Stato, annunciata ieri con una nota della Presidenza del Consiglio. 
Parte civile che aveva chiesto un risarcimento da 10 milioni di euro (istanza ora annullata) a carico di quasi tutti gli imputati, Berlusconi compreso, facendo riferimento anche al "discredito planetario" scaturito dal caso con al centro l'ormai ex Ruby Rubacuori. Sempre prima che i giudici entrino in camera di consiglio per il verdetto, potrebbe rendere dichiarazioni spontanee, come ha annunciato il suo difensore Nicola Giannantoni, l'ex showgirl Barbara Guerra, che figura tra la ventina di 'ex olgettine' imputate. Le dichiarazioni scritte sono già pronte, a quanto si è saputo, e forse Guerra le leggerà in aula. 
Per Berlusconi l'aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio hanno chiesto una condanna a 6 anni di reclusione e una confisca da 10 milioni di euro, ossia i soldi che, secondo le indagini, avrebbe versato, anche come regalie varie alle ragazze, per pagare la versione delle "cene eleganti". E di cui 5 milioni, per l'accusa, solo a Karima, per la quale i pm hanno chiesto una condanna a 5 anni. 
Per la Procura ci fu un patto "corruttivo", riscontrato da "prove", come i messaggi tra le ragazze e le "telefonate" con l'ex premier, che prevedeva da parte del leader FI il "mantenimento", assicurando loro un reddito "con un mensile da 2.500 euro", ma anche "una casa" oltre ad altre utilità, come macchine e contratti tv, a seconda del pressing e delle lamentele. Il tutto in cambio del silenzio sul "bunga-bunga", il contesto hard di Villa San Martino, nei processi Ruby (dove Berlusconi fu assolto) e Ruby bis, dove vennero condannati Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti. I fatti contestati nel 'ter', tra false testimonianze e corruzione, vanno dalla fine del 2011 al 2015. I legali dell'ex premier, gli avvocati Franco Coppi e Federico Cecconi, hanno chiesto l'assoluzione "perché il fatto non sussiste": nessun "germoglio" di un presunto accordo corruttivo con le ragazze, a cui il leader di Forza Italia diede soldi "come ristoro" per i danni dello scandalo mediatico e che in alcuni casi (citata Barbara Guerra) hanno pure tentato di ricattarlo. 
Sul verdetto potrebbe pesare un'ordinanza già emessa dai giudici nel novembre 2021: hanno dichiarato "inutilizzabili" i verbali di almeno 18 giovani resi nei processi Ruby, perché, secondo il Tribunale, andavano già indagate dal marzo 2012 e sentite in aula con la garanzia dei testi assistiti da avvocati. 
Provvedimento che non vale, però, per parte delle dichiarazioni di Guerra e per quelle di Iris Berardi, perché all'epoca era stato già aperto e archiviato un fascicolo a loro carico. 
Crollando gran parte delle false testimonianze, comunque, almeno nell'ottica difensiva dovrebbe cadere pure la connessa accusa di corruzione dei testimoni. Per la difesa del Cavaliere contano, poi, le due assoluzioni già arrivate nei filoni processuali a Siena e Roma. 
I pm milanesi hanno chiesto 28 condanne (l'assoluzione solo per Luca Pedrini, ex collaboratore di Minetti) a pene per un totale di oltre 100 anni. La più alta, 6 anni e 6 mesi, per Luca Risso, ex compagno di Karima accusato di riciclaggio. E 4 anni per Luca Giuliante, ex legale della marocchina. 
Per le venti ex 'olgettine' le istanze di condanna arrivano fino a 5 anni. Infine, ci sono imputati accusati solo di false testimonianze, come l'ex senatrice ed ex fedelissima del Cavaliere, Maria Rosaria Rossi (chiesti 1 anno e 4 mesi), e il giornalista Carlo Rossella (chiesti 2 anni).

Foto © Imagoeconomica

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