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L’anarchico dal San Paolo fa sapere che non ha intenzione di suicidarsi, sta assumendo integratori in attesa dell'udienza in Cassazione

Il caso Cospito sta per approdare alla Corte costituzionale. L'udienza in cui sarà discussa l'ordinanza della Corte d'Assise di Torino, che ha sollevato questione di illegittimità costituzionale in relazione a una norma della ex legge Cirielli, sarà fissata quanto prima. A dare la notizia è stata l’Ansa secondo cui, inoltre, l'ordinanza è già stata inserita nel relativo registro delle questioni pendenti con il numero 14 del 2023.
Nel frattempo, Alfredo Cospito, che da tre giorni si trova dal centro Clinico di Opera al reparto di medicina penitenziaria del San Paolo, ieri mattina ha ripreso ad assumere gli integratori. A quanto si è saputo dagli ambienti giudiziari e penitenziari, la decisione dell'esponente della Fai, arrivato al 117 giorno di sciopero della fame, è stata presa per riuscire ad arrivare lucido all' udienza del 24 febbraio in Cassazione e dopo il parere con cui il pg ha chiesto la revoca del 41 bis, regime in cui si trova e contro il quale sta protestando. Cospito dopo la decisione della Suprema Corte deciderà come e se proseguire la sua protesta. Cospito, dalla fine di gennaio, subito dopo il suo trasferimento dal carcere di massima sicurezza di Sassari al centro clinico del carcere milanese di Opera, per inasprire la sua protesta contro il 41 bis, aveva sospeso gli integratori. È andato avanti fino a ieri mattina con acqua, almeno tre litri al giorno, zucchero o sale. Questa scelta però ha reso necessario il ricovero, in via precauzionale, al San Paolo. Ieri, dopo la lettura del parere con cui il sostituto pg della Cassazione Piero Gaeta ha chiesto di rivedere la decisione chiedendo un annullamento con rinvio della decisione del Tribunale di Sorveglianza di Roma, l’anarchico ha ripreso gli integratori. Una scelta che rassicura circa la sua volontà di non suicidarsi come ha confermato anche il suo legale ieri pomeriggio. Alfredo Cospito "mi ha detto che non vuole suicidarsi - ha detto ieri all’Agi l’avvocatessa Caterina Calia dopo aver visitato per ore il suo assistito -, ma lottare contro il 41 che è una cosa terribile da quello che ha visto. Inoltre, il medico gli ha spiegato i rischi che corre non prendendo il potassio".

Il parere della DNA
Nel frattempo, si è espressa anche la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo sulla questione. "L'evoluzione del fenomeno anarco-insurrezionalista, su scala nazionale e internazionale, appare orientata verso una decisa moltiplicazione dei documenti e degli strumenti di elaborazione ideologica e dei canali decisionali delle conseguenti iniziative violente, cio' che obiettivamente appare potersi considerare al fine di un ponderato apprezzamento dell'effettivo rilievo preventivo di misure derogatorie dell'ordinario trattamento penitenziario riferite al singolo detenuto”, ha scritto il procuratore nazionale Giovanni Melillo, nel parere trasmesso il 2 febbraio scorso al ministro della Giustizia, nell'ambito della procedura originata dall'istanza di revoca del 41bis presentata dalla difesa di Alfredo Cospito. "In particolare - si legge nel documento - la considerazione dei caratteri di complessità ed eterogeneità della comunicazione tra le diverse aree insurrezionaliste, come emerse attraverso l'aggiornata analisi della natura e dell'andamento dei fenomeni e delle condotte delittuose da considerare, ben può affidarsi alle valutazioni che l'Autorità politica è chiamata ad operare per ricercare eventuale conferma della giustificazione logico-giuridica del mantenimento di misure preventive speciali nei confronti del detenuto Cospito e, conseguentemente, della eventuale idoneità delle misure proprie del regime detentivo riferito al circuito della cosiddetta Alta Sicurezza e delle ulteriori opportune forme di controllo proprie dell'ordinamento penitenziario e dell'attività investigativa a contenere l'indubbia carica di pericolosità sociale del medesimo detenuto". Ricordato che "la misura del regime differenziato deve essere disposta e può conservarsi soltanto ove essa risulti indispensabile al perseguimento di qualificate istanze di prevenzione criminale, scongiurandosi soltanto alla luce di esse il rischio che la stessa possa rappresentare una ingiustificata misura di afflizione per la persona detenuta", il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo ha richiamato note informative del Ros dei Carabinieri e della Direzione centrale della polizia di prevenzione, da cui emerge come "le recenti iniziative e le specifiche, anche gravissime attività delittuose" di alcune formazioni anarchiche "prescindano dall'apporto ideativo e da impulsi istigatori promananti dalle esternazioni di singoli soggetti, per quanto strumentalmente assurti a simbolo della anarchia insurrezionalista, e dunque anche da proclami a compiere 'azione dirette' del genere di quelli in passato formulati dal Cospito". In particolare, secondo il Ros la sottoposizione di Cospito al 41 bis non solo "non ha azzerato le comunicazioni e le pubblicazioni all'interno del movimento anarco-insurrezionalista, considerato anche il fatto che la FAI/FRI non è struttura gerarchica né piramidale" ma "ha di contro generato un incontenibile, diffuso e variegato movimento di contestazione, che ha prodotto l'ulteriore nefasta conseguenza di aver fatto convergere nello stesso campo di lotta gruppi e individualità anarchico-insurrezionaliste ed esponenti di estrazione marxista leninista, con precedenti specifici di militanza brigatista ed esperienze di lotta armata".

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