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Il generale D’Amico: Cospito è “carismatico, astuto e opportunista”

In una relazione di due pagine del 30 gennaio scorso, il generale Mauro D'Amico - capo del Gruppo Operativo Mobile del corpo della polizia penitenziaria - riportava che Alfredo Cospito avrebbe definito il suo sciopero della fame il più falso della storia”. Il rapporto nello specifico riguarda la permanenza dell'anarchico al 41 bis presso il penitenziario di Sassari. “Nel colloquio del 16 gennaio 2023 - ha scritto il capo del Gom - il detenuto ha precisato di “assumere una grande quantità di integratori e di stare fisicamente molto meglio, tanto da aver notato un grande miglioramento dell’asma cronica che lo affligge”.
La notizia è stata riportata dal 'Fatto Quotidiano' mentre il contenuto della relazione era stato anticipato da Repubblica.it.
Alcune parti del documento erano già state pubblicate sempre dal ‘Fatto’ il 2 febbraio e riportavano che Cospito, con i medici venuti a visitarlo, era stato rassicurante tanto da avergli detto di sapere fino a che punto può arrivare”. “Prima non mi conosceva nessuno – avrebbe detto –, da quando sono al 41-bis mi conoscono tutti e leggono quello che ho scritto: prima non era così”. Durante le ore di socialità previste dal regime del 41-bis Cospito ne avrebbe parlato anche con alcuni esponenti mafiosi rinchiusi nello stesso carcere. “Per fare lo sciopero della fame bisogna essere in salute”, avrebbe affermato. Ma non sono esponenti mafiosi qualsiasi: l’anarchico “è inserito nel gruppo di socialità denominato 3A, insieme ai detenuti Pino Cammarata (mafia), Pietro Rampulla (l'artificiere della strage di Capaci ndr), Vincenzo Tolomelli (camorra). Dal 20 ottobre ha intrapreso uno sciopero della fame e della terapia che il detenuto ha definito ‘un digiuno ad oltranza per l’abolizione delle limitazioni previste sia dall’articolo 41 bis sia dall’ergastolo ostativo’”.
Tornando alla relazione anticipata da Repubblica.it, il capo del Gom spiega che “con il giusto megafono mediatico la sua vicenda ha generato una mobilitazione che appare in continua crescita (…) Lo stesso detenuto se ne è reso conto, durante una visita medica ha affermato che la sua protesta sta venendo strumentalizzata ed è stata trasformata in una ‘macchietta’ dagli ‘uomini della sinistra’ che non conoscono la realtà del carcere che starebbero strumentalizzando la sua figura”.
D’Amico, secondo quanto anticipato da Repubblica.it, aveva riportato altre considerazioni attribuite a Cospito, che definisce “carismatico, astuto e opportunista”. Diversi detenuti al 41-bis dell’area campana, sempre secondo il generale D’Amico, hanno manifestato la volontà di sostenere Cospito nella sua battaglia, “comprendendo astutamente che questa potrebbe rappresentare un’occasione per minare il regime differenziato”.
Nel rapporto D'Amico ha anche valutato la condotta in carcere di Cospito: “Nel corso della permanenza presso la casa circondariale di Sassari (l’anarchico il 30 gennaio scorso è stato trasferito a Opera, ndr) Cospito ha tenuto una condotta aderente alle norme penitenziarie, non si registrano infrazioni disciplinari a suo carico”.

Uniti per abolire il 41 bis
La relazione del Gom presenta anche alcune conversazioni tra Cospito e alcuni boss mafiosi detenuti al 41 bis. Nel suo "gruppo di socialità" vi erano Francesco Di Maio del clan dei Casalesi, Francesco Presta, considerato un killer “di rara freddezza e capacità” della ‘Ndrangheta, Giuseppe Cammarata, del clan mafioso di Riesi e Rampulla.
In quell'occasione Presta, a proposito della protesta dell’anarchico contro il 41-bis, diceva: “Devi mantenere l’andamento, vai avanti”. E Cospito rispondeva: “Fuori non si stanno muovendo solo gli anarchici, ma anche altre associazioni. Adesso vediamo che succede a Roma“. Quindi il boss controreplicava: “Sarebbe importante che la questione arrivasse a livello europeo e magari ci levassero l’ergastolo ostativo“. Dello stesso tenore l’opinione di Di Maio: “Pezzetto dopo pezzetto si arriverà al risultato, cioè l’abolizione del 41-bis”.
Nella relazione del Dap verrebbe anche detto che Cospito avrebbe definito il 41 bis che gli è stato imposto come "una mano santa" anche perché la sua storia ha cominciato a interessare un numero sempre maggiore di persone.
Ed è divenuta di interesse anche per i mafiosi che da sempre attendono novità proprio sul tema carceri.

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