Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

I due magistrati non 'affossarono' l'inchiesta Mafia e Appalti

Piero Sansonetti (in foto) e Damiano Aliprandi sono stati condannati il primo febbraio di quest'anno per aver diffamato l'ex procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato (ora eletto senatore del Movimento 5 stelle) e l'ex procuratore della repubblica di Messina Guido Lo Forte.
Entrambi avevano querelato i due giornalisti, difesi dall'avvocato Simona Giannetti, per una serie di articoli (pubblicati su il quotidiano 'Il Dubbio' all’epoca diretto da Sansonetti) in cui i due magistrati venivano praticamente accusati di aver “affossato” l’inchiesta Mafia e appalti.
"Sono stati sbattuti in prima pagina accusati di aver commesso un reato" aveva detto l'avvocato di parte civile Ettore Zanzoni nell'udienza del 21 novembre 2022, "senza che nessuno avesse pensato di alzare il telefono e chiedere la loro versione dei fatti".

"L’inchiesta mafia-appalti del febbraio 1991 è un’indagine in progresso con vari atti. Dire che l’inchiesta è stata archiviata è una falsità indegna” - aveva detto Scarpinato sentito durante il processo sulla strage di via d'Amelio - “L’indagine ebbe vari momenti. Prima fu assegnato a tutti i membri del pool antimafia. Poi si fece il rinvio a giudizio dei sette che erano stati arrestati, i primi a giugno 1991 ed i secondi a gennaio 1992. Il rinvio a giudizio è di maggio 1992. Dopo vi fu uno stralcio sulla parte più importante dell’inchiesta: appalti di mille miliardi di lire, gestiti dalla Sirap. Lo stralcio è del giugno 1992. Restava una parte residuale con alcuni personaggi nei cui confronti non erano ancora stati acquisiti sufficienti elementi per un rinvio a giudizio”. Scarpinato, sentito per oltre due ore, ha evidenziato le ombre emerse nel corso di quell’indagine.

L’archiviazione del luglio 1992? Non è l’archiviazione di mafia-appalti. Mafia-appalti continua anche dopo quella archiviazione, tant’è che il 5 settembre 1992 viene depositata la nuova informativa sulla Sirap e nel maggio 1993 vengono arrestati 25 personaggi, tra cui lo staff direttivo della Sirap, l’onorevole Lombardo e fu chiesta autorizzazione a procedere nei confronti dei Ministri. Quindi quella archiviazione non riguardava mafia-appalti, come spesso nella stampa si legge impropriamente, ma riguardava soltanto la posizione di alcuni soggetti per cui non erano stati aggiunti sufficienti elementi anche a causa di una grave anomalia istituzionale”. Nella lunga deposizione in più occasioni Scarpinato ha fatto riferimento alla relazione della Procura di Palermo, del giugno 1998, in cui venne ricostruita l’intera vicenda dell’inchiesta mafia-appalti nel momento in cui, subito dopo l’istanza di archiviazione, scoppiò una violentissima polemica mediatica contro la Procura di Palermo “rea”, a detta dei giornali, di aver fatto sparire la posizione di politici di primissimo piano.

C’erano state gravi anomalie - ha continuato il magistrato - Prima ancora della richiesta di ordinanza di custodia cautelare, nel maggio 1991, c’erano stati articoli di stampa incomprensibili sul 'Secolo XIX', sul Giornale di Sicilia, sul Corriere della Sera. Si diceva che la Procura si era rifiutata di ricevere l’informativa mafia-appalti dei carabinieri del febbraio 1991. Cosa assolutamente incredibile perché l’informativa era stata depositata immediatamente. Poi un articolo dove si diceva che la Procura aveva insabbiato posizioni di importanti politici alcuni dei quali ricoprivano incarichi governativi. Cosa incomprensibile perché nell’informativa del febbraio 1991 non si parlava di questi importanti esponenti politici”.

Nomi che invece compariranno il 5 settembre del ’92, un anno e mezzo dopo il deposito della prima informativa, in cui si facevano espliciti riferimenti a Calogero Mannino, Salvo Lima e Rosario Nicolosi.
Solo quando vi fu questo deposito dell’informativa Sirap capimmo il perché i giornali, nell’anno precedente, dicevano che c’erano quei politici - ha detto Scarpinato rivolgendosi al Tribunale - La cosa grave che nella nuova informativa vi erano intercettazioni di questi personaggi che risalivano al 1990. E nonostante le intercettazioni fossero del 1990 in quell’informativa del febbraio 1991 non venivano indicate nelle 900 pagine e nei 488 allegati”.

Scarpinato ha anche raccontato ciò che disse Carmine Iannotta al processo nei confronti di Canale: “A un maresciallo, quello che ascoltava le intercettazioni, tale Carmine Iannotta, fu chiesto perché non furono messe le intercettazioni dei politici, tra cui De Michelis (le cui intercettazioni furono inserite in un altro rapporto del novembre 1991, ndr). Il maresciallo disse che aveva ricevuto disposizioni dal vertice del Ros perché quelle intercettazioni non erano state ritenute rilevanti”.

Cosa grave - ha ribadito poco dopo con forza - è che quando viene ucciso Lima, nel marzo 1992, noi cerchiamo di capire il perché viene ucciso. E neanche allora il Ros deposita un’intercettazione del maggio 1990 dove Lima raccomanda una delle persone che poi arrestammo: Cataldo Farinella. Questo è stato il vero insabbiamento dell’inchiesta Mafia-Appalti. Ed è stato fatto credere che la Procura di Palermo, nel febbraio 1991, aveva le intercettazioni dei politici. Le aveva il Ros quelle intercettazioni e ce le ha nascoste. E in questi anni hanno fatto credere che noi avevamo quella intercettazione e che non abbiamo voluto arrestare i politici. Questo è veramente una cosa gravissima dal punto di vista istituzionale ed è ancora grave che nel corso degli anni, ogni volta che si arriva in coincidenza con appuntamenti processuali importanti, questa storia venga ripresa dalla stampa”.

La sentenza emessa dal giudice Camilla Cognetti del tribunale di Avezzano ha condannato Sansonetti e Aliprandi ad una ammenda e al pagamento delle spese processuali.

Foto © Imagoeconomica

ARTICOLI CORRELATI

Scarpinato: ''Mafia appalti? Indegna falsità dire che l’inchiesta fu chiusa''
Di Giorgio Bongiovanni e Aaron Pettinari

Il dossier mafia-appalti, la doppia refertazione e le omissioni ''assai significative''

La Trattativa Stato-Mafia e la morte di Paolo Borsellino

Via d'Amelio: insinuazioni e mistificazioni di Trizzino anche contro Scarpinato

Il mercenario Sansonetti e le mistificazioni contro Di Matteo

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos