Il Procuratore capo di Catanzaro incontra studenti e cittadini. Assieme a lui, Morra, Di Battista, Corbo e Salvatore Borsellino
Un giorno di eventi per parlare ai giovani, agli insegnanti, ma anche ai cittadini. Sul tavolo argomenti come l'educazione, la scuola, il fenomeno del bullismo, quello dell'uso delle droghe, ma anche questioni di attualità come l'arresto di Matteo Messina Denaro, la ricerca della verità sulle stragi, la riforma della giustizia Cartabia e quella che vorrebbe applicare il neo ministro della giustizia Carlo Nordio, in particolare sul tema intercettazioni.
Ad organizzare gli eventi è l'associazione "Su la testa", nata con l'aiuto di tanti cittadini liberi e che ha come presidente Luigi Piccirillo, consigliere regionale uscente, e che ha visto anche la partecipazione attiva dell'Associazione milanese Agende Rosse Peppino Impastato e Adriana Castelli e la Rete Antimafie Martesana.
L'incontro con i giovani
I primi due incontri per Gratteri hanno avuto i giovani come protagonisti. Al primo, che si è tenuto presso la Sala Gaber, al Pirellone di Milano, hanno partecipato quattrocento ragazzi che hanno potuto ascoltare le parole del magistrato assieme a quelle di Salvatore Borsellino, Giuseppe Pipitone e Angelo Corbo.
Al centro dell’incontro, moderato dal giornalista del ilFattoQuotidiano.it, Giuseppe Pipitone, grande spazio è stato dato al tema mafie e il contrasto al crimine organizzato, tra passato e presente.
Angelo Corbo, agente della scorta di Giovanni Falcone sopravvissuto alla strage di Capaci, ha raccontato ai giovani ciò che è avvenuto in quel tragico 23 maggio di trentuno anni fa, evidenziando come "qualcuno aveva deciso che quello doveva essere il giorno del massacro. E' impossibile che nessuno si sia accorto di ciò che in quei luoghi venne preparato nell'arco di mesi e settimane".
Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo Borsellino intervenuto in videocollegamento, ha commentato l’arresto di Matteo Messina Denaro spiegando di essere "felice che il boss stragista sia in carcere. Tuttavia non è vittoria da parte dello Stato: è una sconfitta sapere che una latitanza sia durata 30 anni. Fino a quando non verrà ritrovata l’agenda rossa io non posso dire di avere avuto giustizia".
Parlando della lotta alla mafia, invece, Nicola Gratteri ha evidenziato l'evoluzione delle mafie: “Sentire affermazioni come ‘non c’è più Cosa Nostra’ o ‘la mafia è stata sconfitta’ è vergognoso - ha spiegato - Le mafie mutano col mutare della società". Con Matteo Messina Denaro “hanno arrestato l’ultimo dei latitanti che hanno partecipato alle stragi. È vero che quella Cosa Nostra non c’è più, ma quella Cosa Nostra non c’era più già un minuto dopo le stragi”.
Successivamente Gratteri si è spostato presso la Scuola secondaria di I grado Giacomo Leopardi a Bollate (Milano). Quindi alle 17 ha incontrato i genitori all'Istituto comprensivo Luigi Cadorna di Milano, con Nicola Morra e Roberta Canestro, nipote del caposcorta di Borsellino, Agostino Catalano, morto nella strage di via D'Amelio insieme al magistrato e agli altri uomini della scorta. Nel corso dell'incontro alla scuola Cadorna, Gratteri e Morra hanno sottolineato - insieme alla docente organizzatrice dell'evento, Francesca Vita - l'importanza della scuola per "annullare la mentalità mafiosa", e dell'altrettanto fondamentale aiuto che "deriva dall'affetto famigliare" per crescere ragazzi difficilmente abbindolabili dalle sirene dei soldi facili e del crimine.
Ultimo evento, infine, a Cusano Milanino si è tenuto l'incontro "Fuori dai confini. La 'Ndrangheta nel mondo", titolo dell'ultimo libro scritto da Gratteri assieme al professore Antonio Nicaso. Con il magistrato sono intervenuti Alessandro Di Battista, Nicola Morra ed il giornalista Aaron Pettinari.
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Ed è in questa occasione che Gratteri è tornato a parlare della riforma della giustizia Cartabia: "Ancora gli effetti della Cartabia non li abbiamo visti. Siamo all'antipasto. Si vedrà quando si faranno le udienze pre dibattimentali. Si vedrà quando ci sarà una condanna inferiore ai quattro anni che il giudice deve chiamare il condannato per discutere una pena alternativa. Quindi non stiamo affatto velocizzando i processi. Poi ci sarà l'improcedibilità con il lavoro degli investigatori, di pm e giudici che si azzerano se il processo non si concluderà in due anni in appello. Di questa legge una grande responsabilità la ha anche il Movimento Cinque Stelle che avrebbe dovuto opporsi totalmente. Bisognava essere duri finché quel termine non veniva cancellato, avendo coraggio di staccare la spina del governo. Così non è stato".
E poi ancora sulla questione intercettazioni di cui si dibatte in Parlamento. "Ci vengono rappresentati dei problemi che non esistono - ha detto Gratteri - Il Garante della Privacy ha sentito Nordio dicendo che non ci sono state violazioni. Poi oggi si dice che reati di mafia e terrorismo non saranno toccati, ma questo era scontato. Noi stiamo chiedendo altro. Noi vogliamo sapere se le intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche saranno possibili per i reati di corruzione, concussione e peculato. Questo è il tema, lo snodo centrale. Il resto sono chiacchiere. Perché sono importanti? Perché qualsiasi indagine facciamo arriviamo sempre nel mondo delle pubbliche amministrazioni e delle professioni".
Sul punto sono intervenuti anche Di Battista e Morra, ex Presidente della Commissione Parlamentare antimafia, che hanno espresso critiche anche su altri temi. Morra ha ricordato il danno fatto "sul mancato inserimento dei reati ambientali tra quelli che non saranno colpiti dall'improcedibilità". E poi ancora ha ricordato la pericolosità di "accordi di poteri criminali che supportano le classi dirigenti sfruttando i poveracci. Accordi sempre esistiti. Lo Stato ha sempre trattato con Cosa nostra, la picciotteria e la camorra. Nel 1969 a Montalto ci fu un summit in cui gente di estrema destra, dei servizi incontrava pezzi da novanta della 'Ndrangheta aspromontana e reggina. E dopo pochi mesi ci furono i moti di Reggio Calabria. Questo è quello che è accaduto e che non si ricorda".
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Di Battista, da parte sua, ha anche ricordato un altro tema politico grave. "Si parla dei costi delle intercettazioni, ma parliamo di costi di gran lunga inferiori rispetto all'invio delle armi in Ucraina. Una guerra che mi spaventa. Se ci avessero detto l'anno scorso, quando si parlava solo di armi difensive, che l'Europa avrebbe mandato carriarmati per la futura offensiva russa, e che ministri come quello tedesco parlano esplicitamente di guerra, è normale essere preoccupati. C'è una situazione preoccupante, ma nessuno ne parla e non permette alla cittadinanza di conoscere".
Al termine della giornata grande soddisfazione per Piccirillo: "Chiudo il mio mandato da consigliere regionale con questo evento che coinvolgerà centinaia di studenti, ma non sarà certo l’ultimo - ha detto Piccirillo -. Nella nostra associazione continuerò a lavorare con lo stesso impegno degli ultimi cinque anni ascoltando i cittadini e collaborando con chiunque voglia essere promotore di iniziative concrete in risposta ai reali bisogni della collettività, in difesa dei fragili, della sanità pubblica, della gestione pubblica dei beni comuni e dei servizi essenziali, degli animali, del territorio e dell’ambiente”.
(Prima pubblicazione: 30-01-2023)
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