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"Sembra evidente che gli ipotizzati abusi" circa le intercettazioni "dipendano non dalla normativa ma dalla concreta applicazione della stessa, se non quando dalla sua violazione, che espongono a pregiudizio diritti e interessi tutelati dalle norme di garanzia contenute nella legge. Ne deriva che l'ipotesi di limitare l'impiego delle intercettazioni non solo non risolverebbe il problema ma finirebbe per depotenziare un mezzo di ricerca della prova che si è rivelato indispensabile e insostituibile". Lo afferma il presidente della Corte d'appello di Palermo, Matteo Frasca nella relazione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. "Preoccupa molto l'idea che il ministero della Giustizia ha ripetutamente rappresentato di intervenire in forma limitativa - ha aggiunto - sui reati diversi da quelli di mafia e terrorismo, ai quali ultimi, con successive dichiarazioni, ha aggiunto quelli cd. satellite". Infatti, secondo Frasca la diversità di regime, in mancanza di una indicazione positiva netta e chiara, poggia su una scivolosa distinzione tra reati di mafia e reati diversi. Ma soprattutto non sembra tener conto della rilevanza, anche nell'ambito delle attività delle organizzazioni mafiose, “dell'utilità che ricavano dai delitti contro la P.a. e, in particolare, dalla corruzione, male endemico del nostro Paese che pone a serio rischio l'economia degli Stati e lo stato sociale”. Volendo ragionare "in termini crudamente economici", sottolinea Frasca, "l'ipotizzata eccessività della spesa per le intercettazioni, addotta come ulteriore giustificazione per ridurne l'utilizzo, è ampiamente neutralizzata con un saldo nettamente positivo dal risparmio della spesa pubblica che ne deriva in termini di repressione della corruzione e di recupero dei patrimoni illeciti sottratti alle organizzazioni criminali, realizzati anche avvalendosi del contributo decisivo delle intercettazioni". Occorre soprattutto avere la consapevolezza per il presidente della Corte d'appello di Palermo, che "l'omertà nei fenomeni corruttivi è forse ancor più marcata che nelle vicende di mafia e la già ardua scoperta degli episodi di corruzione spesso avviene a distanza di anni dalla loro consumazione. Il nuovo intreccio criminale tra mafia e corruzione richiede scelte strategiche di sistema, con la riscrittura delle norme che innalzino il rischio dell'illecito, rendano più agevole l'accertamento dei fatti delittuosi e riducano la possibilità dell'impunita' per i colpevoli: e le intercettazioni sono tra gli strumenti necessari a tali fini".

Fonte: Agi

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