Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Il Procuratore di Roma: “Separazione delle carriere? Su 9 mila magistrati solo 21 hanno chiesto il passaggio”

"Siamo un Paese con un altissimo tasso di illegalità in cui le intercettazioni sono fondamentali per venire a capo non solo di reati di mafia e terrorismo, ma anche di quei reati 'spia' che della mafia rappresentano l'altra faccia, o una delle facce, e che sono quelli contro la pubblica amministrazione e quelli fiscali. Decidiamo, dunque. Se non vogliamo più sentirne parlare, dobbiamo avere il coraggio non di modificare le intercettazioni, ma di cancellare quei reati. E dire che non ne vogliamo più sapere perché ci disturbano". Così il Procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi, intervistato da 'La Repubblica', interviene sul tema delle intercettazioni. "La discussione sull'urgenza di modificare la disciplina delle intercettazioni e sul ruolo del pubblico ministero mi sembra lunare - sottolinea - Da due anni, esiste una legge, cui si è arrivati dopo lunga e faticosa discussione, che impone l'inserimento nel fascicolo del processo soltanto di quelle conversazioni intercettate ritenute dal pubblico ministero e da un giudice terzo, dunque non dalla polizia giudiziaria, penalmente rilevanti ai fini della prova. Oggi, tutte le conversazioni intercettate non rilevanti non vengono trascritte e rimangono custodite nel cosiddetto 'armadio giudiziario'". "Il 50 per cento delle indagini di mafia prendono le mosse da indagini su reati di Pubblica amministrazione - avverte il Procuratore di Roma - Non solo in Sicilia. Qui nel Lazio, tanto per fare un esempio, i comuni di Anzio e Nettuno sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose partendo da indagini su appalti comunali. In quei comuni l'agire mafioso con la pubblica amministrazione non ha nulla di diverso, nel format, di quanto accadeva a Corleone o accade in altre parti del Paese". "Penso che un'urgenza democratica sia consentire che l'opinione pubblica abbia contezza e conoscenza attraverso il contenuto di atti giudiziari ostensibili di come viene amministrata la giustizia penale e delle responsabilità contestate a chi è accusato di reati" prosegue Lo Voi, che sul tema della separazione delle carriere sottolinea: "Vuole sapere su 9 mila magistrati italiani quanti sono stati quelli che, nel 2022, hanno chiesto al Csm il passaggio dalla funzione requirente a quella giudicante e viceversa? Ventuno. Con tutti i problemi che abbiamo stiamo a discutere di 21 magistrati su 9 mila?". "Mi sembra che additare i pubblici ministeri come i responsabili dei mali della giustizia italiana sia ingeneroso, indimostrabile, e soprattutto incoerente - afferma il Procuratore di Roma - perché non vedo alcuna coerenza complessiva delle istituzioni nel lanciare un allarme, per altro fondato, sul rischio che le organizzazioni criminali si preparino ad un assalto ai fondi del Pnrr e, contestualmente, aprire un processo ai pubblici ministeri e al principale strumento di indagine che sono le intercettazioni. È un modo di procedere in ordine sparso - conclude Lo Voi - che non giova e non gioverà a nessuno".

Foto © Deb Photo

ARTICOLI CORRELATI

Di Matteo: Messina Denaro incauto, o era certo delle coperture o si è fatto arrestare

Lodato: dall'agenda rossa ai mandanti esterni, c'è chi trema con arresto di Messina Denaro

Chissà chi è Stato

La cattura di Matteo Messina Denaro: notizia più letta su giornali e siti internazionali

Orioles: ''Trent'anni per un arresto, non c'è nulla da festeggiare''

Lia Sava: ''Cimici e trojan decisivi per incastrare i boss, ma anche nei reati minori''

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos