Il procuratore di Catanzaro interviene a Radio Capital sulla Giustizia
"La riforma Cartabia è un disastro e si vede ogni giorno. Non mi sembra questa una risposta dello Stato alla questione sicurezza, non è una norma da paese civile". A dirlo è il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, ospite a The Breakfast Club su Radio Capital. Va dritto al punto e boccia la riforma sulla giustizia dell'ex ministra Marta Cartabia. "Tre presunti mafiosi a Palermo sequestrano, picchiano e minacciano una persona. Questa persona terrorizzata non denuncia e allora contro questi mafiosi non si può procedere. A Jesi un albergo è stato svaligiato, il proprietario non si trovava, era in ferie e i ladri non sono stati arrestati. E questi sono solo i primi esempi - ha detto -. La criminalità organizzata andrà a svaligiare alberghi gestiti da stranieri, che vivono all'estero e che non si troveranno per fare le denunce. Il senso di questa norma è ridurre il numero dei processi, ma non si riducono così i tempi della giustizia. Così semplicemente non si fanno i processi”. Sulla possibilità di mettere mano alla riforma il procuratore ha commentato: “Basta un decreto-legge. È solo questione di volontà politica e penso che ci sia questa volontà. Qualche politico ha già preso posizione. Anche le opposizioni si adegueranno, dal Movimento 5 stelle al Pd, anche se i parlamentari del Pd sono stati i primi a votare la riforma Cartabia. Sono preoccupato per questa riforma, come cittadino e come magistrato". Altro tema scottante del suo intervento radio ha riguardato il caso Cospito anarchico che ha gambizzato un dirigente di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, attentato per cui ha già scontato dieci anni in carcere ed è stato condannato per strage per due bombe piazzate nel 2006 davanti alla Scuola carabinieri di Fossano, anche se in quell’occasione, fortunatamente, non ci furono vittime ma solo danni materiali. “Un sovversivo”, “un ribelle da sempre” che “non ha mai accettato di servire lo Stato” - come si definisce - e da 86 giorni è in sciopero della fame contro il regime del 41bis “perché il 41 bis è disumano, andrebbe tolto a tutti, anche ai mafiosi”. Il senso del 41bis, ha detto Gratteri, “è evitare che il detenuto mandi messaggi all'esterno. Se i magistrati hanno chiesto il 41bis per Alfredo Cospito vuol dire che c'è un provvedimento ben motivato". "Non si dà a tutti il 41bis: ci sono numerose richieste di 41bis bloccate o rigettate. Non è un automatismo. Bisogna leggere le carte prima di potersi esprimere, non sono discorsi che si possono affrontare come se fossimo al bar", ha concluso.
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