"Questo decreto, nella parte sull'ergastolo ostativo, doveva certamente essere emanato con urgenza. Il Movimento 5 Stelle voleva collaborare in maniera costruttiva per migliorare il testo e renderlo veramente efficace contro le mafie. Volevamo contribuire a costruire un forte incentivo a collaborare con la Giustizia, un argine autentico rispetto al pericolo che escano dal carcere mafiosi non ravveduti. Abbiamo avanzato emendamenti frutto anche della profonda conoscenza del fenomeno che abbiamo maturato, alcuni di noi in esperienze precedenti a questo incarico parlamentare. Potevamo trovarci qui in aula ad approvare tutti insieme un provvedimento condiviso. Invece da parte del governo e della maggioranza abbiamo trovato un muro inspiegabile, è una scelta assurda e miope. Per di più, hanno anche compiuto il colpo di mano di cancellare i reati contro la pubblica amministrazione dall'elenco di quelli ostativi, abbattendo così un'arma importantissima contro mafie e reti corruttive". Lo ha detto il deputato M5S Federico Cafiero de Raho nel corso della discussione generale sul cosiddetto decreto Rave. "Nei primi anni '80 - ha aggiunto - per rispondere agli attacchi della mafia nei confronti dello Stato, nacque una normativa rigorosa, senza la quale non ci sarebbe stato il Maxiprocesso. Grazie al lavoro di Giovanni Falcone tra il '91 e il '92 vennero approvate altre misure formidabili che hanno dato risultati decisivi nella lotta alle mafie. Questo per dire che lo strumento legislativo è fondamentale, se non è completo crea un vulnus. Ad esempio, oggi noi non possiamo far passare il messaggio che con la nuova normativa ai non collaboranti sarà riservato un trattamento più favorevole rispetto a quello previsto per i collaboratori di giustizia. È un messaggio devastante per la legalità. Bisognava stabilire l'obbligo per i condannati per reati ostativi di specificare dettagliatamente le ragioni della mancata collaborazione, per capire se sono argomenti accettabili o se, viceversa, si tratta di un chiaro segnale di inalterata adesione al patto mafioso. Inoltre, era indispensabile pretendere dai detenuti l'avvenuto ravvedimento, il pentimento civile rispetto alla condotta mafiosa, non la sola revisione critica del loro passato, e imporre loro di dichiarare tutti i beni di cui dispongono. In assenza di queste modifiche - ha concluso Cafiero de Raho - la maggioranza si assume la responsabilità di approvare una legge che renderà più conveniente non collaborare con la giustizia. Ma come si può pensare di andare avanti in questo modo nel paese delle mafie?".
Fonte: Agi
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