Superstiti della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, familiari delle vittime e istituzioni, Comune di Bologna, Regione Emilia-Romagna, presidenza del Consiglio, ministero dell'Interno e ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili.
Sono in tutto quaranta le parti civili ammesse nel processo a carico dell'ex Nar Luigi Ciavardini, Vincenzo Vinciguerra, ex esponente di Ordine nuovo e di Avanguardia nazionale e Stefano Sparti, figlio di Massimo Sparti, la cui testimonianza fu decisiva per far condannare Francesca Mambro e Valerio Fioravanti come esecutori della strage. La decisione è stata presa dal giudice di Bologna Gilda Del Borrello nell'udienza odierna del procedimento, che vede i tre imputati accusati di aver mentito o di aver taciuto su alcuni elementi importanti nelle testimonianze rese durante il processo di primo grado a carico di Cavallini, poi condannato all'ergastolo per concorso nell'attentato, che provocò 85 vittime e oltre 200 feriti.
Del Borrello ha quindi rigettato le richieste dei legali degli imputati, che avevano chiesto l'esclusione di tutte le parti civili. Richieste illustrate in aula dal difensore di Sparti, Francesco Dalaiti, secondo cui, anche se fosse dimostrato che i tre imputati hanno reso testimonianze false o reticenti, queste ultime non avrebbero comunque danneggiato le parti civili che si sono costituite in questo procedimento, in quanto Cavallini è stato comunque condannato all'ergastolo e le stesse parti civili si sono viste riconoscere dei risarcimenti a seguito di quella condanna. L'unica parte offesa, secondo Dalaiti e il legale di Vinciguerra, Lucio Strazziari, sarebbe "lo Stato in quanto collettività, rappresentato nel processo dal pm".
Di diverso avviso il pm Antonello Gustapane e i legali di parte civile Andrea Speranzoni, Alessandro Forti, Alessia Merluzzi, Lisa Baravelli e Andrea Cecchieri, i quali hanno sottolineato da un lato che il diritto alla verità delle parti civili è stato leso dalle false testimonianze degli imputati, e dall'altro che la sentenza di condanna di Cavallini ancora non è definitiva, e nel processo d'appello le dichiarazioni degli odierni imputati potrebbero anche contribuire a ribaltare la pronuncia dei giudici di primo grado. Del Borrello ha sposato le tesi dell'accusa e delle parti civili, rigettando le richieste di esclusione avanzate dai difensori. Nell'udienza di questa mattina, inoltre, è stata delineata la 'tabella di marcia' del processo, fissando un'udienza al mese fino al prossimo giugno. Nel dettaglio, le prossime udienze si terranno, con inizio fissato sempre alle 9, il 13 gennaio e il 24 febbraio, date in cui dovrebbero essere sentiti i testimoni della Procura e cinque parti civili. Le restanti parti civili dovrebbero deporre, invece, il 13 marzo. Il 24 febbraio o il 13 marzo testimonieranno, tra gli altri, il sindaco di Bologna Matteo Lepore e il presidente della Regione Stefano Bonaccini. Le udienze del 17 aprile e del 19 maggio dovrebbero essere riservate ai testimoni delle difese, mentre il 12 giugno potrebbero esserci l'esame degli imputati, sempre se accetteranno di rispondere alle domande, e la discussione.
Fonte: Agenzia Dire
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