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Il narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale ha avviato un percorso di collaborazione con la Giustizia. Oggi, nel corso di una udienza davanti al Tribunale del Riesame (decima sezione, collegio B), al quale hanno fatto ricorso 10 dei 28 destinatari delle misure cautelari emesse nei confronti di presunti appartenenti all'organizzazione facente capo proprio a Imperiale, la Procura di Napoli (sostituti procuratori De Marco, Caputo e Giugliano) ha depositato sei verbali, quattro contenenti rivelazioni di Imperiale, uno quelle del suo socio Bruno Carbone e l'ultimo di Raffaele Mauriello, boss del clan Amato-Pagano di Secondigliano. Secondo quanto si è appreso al momento solo Imperiale si è "pentito".
Il 25 marzo la Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato ha comunicato alla Procura di Napoli che Raffaele Imperiale era rientrato in Italia il 25 marzo con un volo di Stato della Presidenza del Consiglio dei Ministri proveniente da Dubai, Emirati Arabi Uniti.

Il narcotrafficante, di 47 anni, comprava tonnellate di droga direttamente dai cartelli colombiani per conto dei maggiori clan campani e deve scontare 8 anni e 4 mesi per traffico di droga, oltre ad essere indagato per 416bis. È conosciuto come il boss dei Van Gogh in quanto in uno scantinato a Castellammare di Stabia (Napoli) di sua proprietà furono trovati due quadri del pittore olandese trafugati nel 2002 dal museo a lui dedicato ad Amsterdam. Il narcos era legato al cartello degli scissionisti di Secondigliano a Napoli. Al suo arrivo a Roma, ufficiali di polizia giudiziaria della Squadra Mobile della Questura di Napoli e del Gico della Guardia di Finanza di Napoli, intervenuti con la collaborazione del Sco e del Scico, hanno notificato ad Imperiale l'ordine di esecuzione della pena detentiva comminata per traffico di stupefacenti, nonché l'ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere emessa, sulla base di successive indagini della Direzione distrettuale antimafia di Napoli in relazione al delitto di associazione mafiosa, dal gip di Napoli. Ieri, secondo quanto comunicato dalla Procura partenopea, Imperiale è stato sottoposto a interrogatorio di garanzia dal gip. L’allora procuratore di Napoli e ora procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo aveva indicato Imperiale tra i principali latitanti da catturare all'attenzione del suo ufficio.

La storia del narcotrafficante
Lo chiamano 'Lelluccio Ferrarella' perché da Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, il giovane Raffaele Imperiale muoveva i primi passi nel commercio dell'acqua. Un nomignolo che poi si è portato addosso a lungo. Ma dagli anni Novanta ne ha fatta di strada, fino a diventare, secondo la Dda di Napoli, uno dei broker della cocaina più importanti del mondo. Imperiale è stato arrestato a Dubai il 4 agosto dello scorso anno, una cattura che fu poi comunicata dalle autorità soltanto quindici giorni dopo; era stato fermato in un blitz della polizia di Dubai, sorpreso in una villa con piscina dove gli agenti avevano rinvenuto anche un passaporto russo e una falsa identità, dato che Imperiale si faceva chiamare Antonio Rocco. Era inserito nell'elenco dei latitanti più pericolosi d'Italia, accanto al boss della mafia Matteo Messina Denaro. Nato a Castellammare di Stabia il 24 ottobre 1974, è stato capace di costruire un imponente network di trafficanti internazionali, in particolare specializzati nel 'commercio' di cocaina. L'attività di brokeraggio internazionale ed il rapporto d'affari con la criminalità organizzata partenopea sono stati cristallizzati dal punto di vista investigativo nella prima decade del 2000, quando sono stati documentati contatti con i boss del clan Di Lauro di Secondigliano, tra cui Elio Amato e Antonio Orefice. Tale legame è sopravvissuto alla scissione degli Amato dai Di Lauro nel corso delle tre faide di Scampia. Il patrimonio illecitamente accumulato gli ha permesso di acquistare sul mercato nero due dipinti di Van Gogh di valore inestimabile, rubati nel 2002 ad Amsterdam in Olanda e ritrovati dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli in una vecchia villa a Castellamare di Stabia nel 2016 e restituiti al museo di Amsterdam dedicato al pittore olandese. Di lui non si hanno immagini pubbliche e in pochi lo hanno visto in faccia. Vittima da ragazzo di un tentativo di rapimento al quale riesce misteriosamente a sfuggire, eredita dal fratello maggiore un coffee shop ad Amsterdam e da qui inizia la sua carriera criminale, tessendo pazientemente contatti e alleanze con i narcos sudamericani. E' il clan Amato-Pagano, gli scissionisti dei Di Lauro, che gli consente di diventare uno dei maggiori fornitori di cocaina delle piazze di spaccio partenopee, e di organizzazioni criminali di mezza Europa, dalla Bosnia all'Irlanda. Giacca e cravatta, amante del lusso e in grado di parlare almeno quattro lingue, Imperiale si era ritagliato negli emirati Arabi un esilio dorato dal quale controllava il suo impero economico.

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