Nel ’93 la figlia di Letizia Battaglia incontrò per caso il collaboratore di giustizia il quale le parlò di Bruno Contrada
Al processo sull’omicidio del poliziotto Antonino Agostino e della moglie Ida Castelluccio che si celebra dinanzi alla Corte d’Assise di Palermo, continua l’escussione di testimoni convocati dai legali di parte civile. Ieri è stato il turno di Angela Stagnitta, in arte Shobha, giornalista e fotografa palermitana, nonché figlia della compianta fotoreporter di fama mondiale Letizia Battaglia. In aula la teste ha risposto alle domande dell’avvocato Fabio Repici rispetto a un casuale incontro avuto nel 1993 a Roma con il collaboratore di giustizia Rosario Spatola, deceduto nel 2008.
“Stavo facendo un servizio per una rivista tedesca sulla Filippello (la pentita di mafia Giacomina Filippello, ndr), ed ero a Roma a casa sua per fare questa intervista”, ha ricordato. “Lei mi disse che in quello stesso condominio vive Spatola, un pentito di mafia, e aggiunse che voleva conoscermi. Io non sapevo chi fosse all’epoca”, ha rammentato. “Arrivato questo signore mi disse ‘quando vai a Palermo devi dire al signor Agostino (Vincenzo, il padre dell’agente ucciso, ndr) che ha ragione lui, che ci sono i servizi segreti dietro questa cosa’”. “E così ho fatto”. All’epoca Angela Stagnitta seguiva il caso dell’attentato contro Agostino e la moglie, avvenuto a Carini il 5 agosto 1989. “Eravamo anche amici, tutta la nostra famiglia l’ha appoggiato per anni”, ha affermato. Dopo che “misi a conoscenza Vincenzo Agostino di questo incontro mi chiamò un pool di magistrati che mi fece fare un confronto con Spatola”. In questo confronto Spatola confermò le sue parole ma riferì “che le disse perché ubriaco (in quell’occasione, ha riportato la teste, il pentito aveva portato una bottiglia di vino, ndr) e voleva compiacermi…”.
Fabio Repici, avvocato della famiglia Agostino
L’avvocato Repici ha poi domandato alla Stagnitta se Spatola le avesse parlato a Roma di Bruno Contrada, ex capo della Squadra Mobile di Palermo ed ex numero tre del Sisde, ma la fotografa ha in un primo momento negato questa circostanza. “Mi rimase impressa solo questa cosa dei servizi segreti. Perché seguivo la vicenda Agostino e sapevo che c’erano queste voci”.
Quindi il legale ha letto in aula un passaggio del verbale che la Stagnitta rese all’allora pm Roberto Scarpinato il 21 dicembre 1993 al quale riferì dell’incontro con il pentito. “Il discorso cadde quindi sul dottor Contrada e i servizi segreti. A questo punto lo Spatola mi chiese se conoscevo il padre dell’agente Agostino, alla mia risposta affermativa, lo Spatola disse: ‘Riferisci al padre di Agostino, da parte mia, che non è stata la mafia ad uccidere suo figlio. La mafia non avrebbe avuto alcun motivo di ucciderlo. Sono stati i servizi segreti. È stato Contrada […]’”.
“Io non ricordo che mi disse di Contrada”, ha risposto ieri la teste. “Io lavoravo in quegli anni e Contrada lo conoscevo. Se l’ho dischiarato ora non me lo ricordo…”, ha aggiunto. Quindi Repici gli ha domandato se Spatola le avesse spiegato quale sarebbe stato il motivo che avrebbe indotto i servizi segreti a uccidere Agostino.
“No, lui non ha continuato a raccontarmi perché io non gliel’ho permesso”, ha risposto. “Non mi volevo fare carico di una cosa che non era mia in quel momento”. Anche qui l’avvocato ha riportato alla teste un secondo brano del suo vecchio verbale per aiutarla a ricordare.
“Lei dichiarò quanto Spatola le riferì e cioè che ‘sono stati i servizi segreti, è stato Contrada perché l’agente Agostino aveva scoperto che sulla borsa contenente l’esplosivo dell’attentato all’Addaura non c’erano tracce di salsedine ed aveva confidato tale circostanza al dottor Contrada di cui si fidava’ […]”. La vicenda del fallito attentato all’Addaura contro Giovanni Falcone è centrale nel giallo Agostino, come emerso anche da diverse deposizioni passate.
“Non lo so… forse di queste cose me l’ha detto, ma io non mi ricordo… Non c’è stato neanche il tempo perché abbiamo parlato 10-15 minuti. Io dovevo fare il mio lavoro con lei (Fiippello, ndr) e non volevo prendermi questa responsabilità… Non mi ricordo tutta questa ricostruzione, questi particolari, sono passati 29 anni, ma se c’è scritto vuol dire che l’ho detto”.
L’esame si è concluso con l’acquisizione del verbale del 21 dicembre 1993 e quello del 23 dicembre dello stesso anno contenente il confronto tra Stagnitta e Spatola. L’udienza è stata rinviata al 16 dicembre.
Foto di repertorio © Emanuele Di Stefano
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