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Sono tre i pm di Siena che si occuparono della morte di David Rossi, il capo delle comunicazioni del Monte dei Paschi precipitato dalla finestra del suo ufficio il 6 marzo 2013, e ora si vedono iscritti al registro degli indagati dai colleghi della procura di Genova. L’ipotesi di reato è relativa alla procedura con cui vennero effettuati i sopralluoghi nell’ufficio di Rossi negli istanti successivi al ritrovamento del suo corpo. Ci sono prove che, probabilmente, avrebbero potuto fare la differenza nell'indagine sulla morte di Rossi. Per questo i tre pm sono attesi il prossimo mercoledì alla procura di Genova. Prove che, come emerse dalle audizioni della Commissione parlamentare d’inchiesta, i pm Nicola Marini, Aldo Natalini e Antonino Nastasi avrebbero "manipolato e spostato senza redigere alcun verbale delle operazioni compiute e senza dare atto del personale di polizia giudiziaria che insieme a loro avevano proceduto a questo sopralluogo". Le contestazioni riguardano la mancata verbalizzazione della perquisizione, con annessa ispezione informatica e sequestro, della stanza usata da Rossi. I tre pm, si legge, nel verbale del 7 marzo "omettevano di attestare che nelle ore precedenti, e in particolare dalle 21,30 sino a circa mezzanotte del giorno precedente, avevano già fatto ingresso nella predetta stanza prima che la stessa venisse foto-ripresa dal personale della polizia scientifica". Nella testimonianza alla Commissione del colonnello Pasquale Aglieco, allora comandante dei carabinieri di Siena, inoltre, era emersa la circostanza dello spostamento degli oggetti da parte dei pm senza averlo notificato alla polizia giudiziaria oltre ad aver risposto - uno dei tre - a una chiamata al telefono della scrivania di Rossi. A chiamare era Daniela Santanchè che era amica di Rossi. Titolare del fascicolo è il procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati che già si era occupato di precedenti filoni derivanti dalle denunce della vedova di Rossi sempre riguardanti le indagini della procura senese e un'ipotesi di festini a luci rosse che avrebbero coinvolto alcuni dei magistrati. Tutte indagini concluse con archiviazioni.

Foto © Imagoeconomica

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