L'ex pm accusata di diffamazione per il libro "La stanza numero 30, cronache di una vita", edito da "Feltrinelli"
Un anno fa veniva pubblicato il libro autobiografico della nota pm Ilda Boccassini, oggi in pensione, dal titolo "La stanza numero 30, cronache di una vita", edito da "La Feltrinelli". Una pubblicazione che ha fatto discutere in molti non solo per la scelta di rendere pubblica, momenti di vita privata ed esperienze che avrebbe vissuto con Giovanni Falcone (ammesso e non concesso che siano effettivamente vere).
All'interno, infatti, vi sono considerazioni del tutto personali e gravi nei confronti di magistrati, ex colleghi, impegnati in prima linea nel contrasto ai Sistemi criminali (da Nino Di Matteo a Nicola Gratteri, per poi arrivare ad Antonio Ingroia e Roberto Scarpinato), ma anche contro l'avvocato Fabio Repici, legale di Salvatore Borsellino, colpevole semplicemente di aver fatto domande scomode nei processi Borsellino quater e quello contro i poliziotti per il depistaggio sulla strage, dove la Boccassini è stata sentita come testimone.
Ma vi è anche un altro passaggio che le potrebbe anche costare un processo con l'accusa di diffamazione nei confronti del colonnello dei carabinieri, Michele Riccio.
Nel suo libro, infatti, nel paragrafo intitolato "La battaglia era cominciata" vi sono dei riferimenti che, per l'ufficiale, difeso dall'avvocato Silvia Fasulo, sono non solo offensivi e diffamatori, ma anche falsi e non corrispondenti alla realtà dei fatti. Così è stata presentata la querela e la Procura di Milano ha aperto un fascicolo investigativo.
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