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Nei giorni scorsi la V Sezione della Corte di Cassazione ha emesso la sentenza relativa al troncone abbreviato dell’Operazione Provvidenza contro la 'Ndrina dei Piromalli. Vi sono stati anche degli annullamenti con rinvio che, per talune delle fattispecie contestate, hanno riguardato anche il principale imputato Antonio Piromalli, figlio del boss Pino, difeso dagli avvocati Calabrese, Infantino e D'Ascola.
Nei suoi confronti riguarda in particolare l'ipotesi di interposizione fittizia, truffa aggravata, autoriciclaggio, violazione in materia di misure di prevenzione (ovvero la norma che durante la misura impedisce la frequentazione di pregiudicati). Confermato invece il reato associativo. 

Spiccano tra gli altri gli annullamenti, per ciò che concerne l'ipotesi d'interposizione fittizia ottenuti dalle difese degli imputati Alessandro Pronestì e Cinzia Ferro, difesi dagli avvocati Luca Cianferoni, Francesco Laratta e Roberta Succi. Annullamento anche per Carmine Alvaro, difeso dagli avvocati Domenico Alvaro e Antonio Attinà.
Annullamento con rinvio per la determinazione della pena, infine, per il collaboratore di giustizia Francesco Trunfio. Per tutti gli altri è stata invece confermata la sentenza d'appello. 
L'inchiesta che era stata coordinata dai pm Giulia Pantano e Roberto Di Palma nel 2017 aveva portato al fermo di 33 persone collegate ai Piromalli. 
Così venivano documentate una serie di dinamiche associative e ricostruiti gli assetti mafiosi della cosca tirrenica, nonché i collegamenti e le infiltrazioni nel tessuto economico e sociale dell'area gioiose, ma anche fuori regione (specie in Lombardia), nel mercato ortofrutticolo di Milano e all'estero. 

Gli imputati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, traffico di stupefacenti, intestazione fittizia di beni, autoriciclaggio, tentato omicidio e altri reati aggravati dalle finalità mafiose.

Foto © Imagoeconomica

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