Si è conclusa con l'archiviazione del gip del Tribunale di Taranto, Benedetto Ruberto, l'inchiesta sull'inquinamento delle collinette ecologiche ex Ilva, che separano la fabbrica dell'acciaio dal quartiere Tamburi.
Il giudice ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dal pm Mariano Buccoliero nei mesi scorsi osservando che i reati sono prescritti perché riferiti a fatti vecchi. Dopo un sopralluogo dei Carabinieri del Noe, il sequestro scattò nei primi mesi del 2019 su disposizione della Procura di Taranto per la quale le collinette erano una discarica di sostanze inquinanti, pericolose per la salute pubblica e i residenti del quartiere Tamburi.
Le collinette artificiali, provviste di vegetazione, erano state realizzate negli anni '70, quando l'ex Ilva (ora Acciaierie d'Italia) si chiamava Italsider e apparteneva interamente allo Stato. Furono costruite con l'obiettivo di separare il siderurgico dalle case del rione Tamburi attraverso una barriera verde che trattenesse la diffusione delle polveri minerali e mitigasse l'impatto ambientale dell'acciaieria.
A seguito del sequestro, come misura precauzionale, il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, firmò un'ordinanza di chiusura delle scuole vicine alle collinette disponendo il trasferimento delle lezioni in altri istituti del quartiere.
Da quel punto in poi, le collinette ecologiche sono state prese in carico dai commissari di Governo di Ilva in amministrazione straordinaria che hanno provveduto ad un primo intervento di messa in sicurezza, consistito in una rete protettiva in fibra di cocco sulla superficie delle stesse collinette per evitare lo spargimento di inquinanti.
A seguito di quell'intervento venne ridotto lo stato d'allarme ambientale e bambini e ragazzi sono successivamente tornati nelle loro scuole.
L'ultima relazione, depositata al Parlamento dai commissari Ilva, fa il punto della situazione, a proposito delle collinette ecologiche e si parla di manutenzione verde lungo la strada statale 7, di miglioramento dello stato vegetativo delle collinette, delle indagini ambientali e analisi di rischio autorizzate dall'autorità giudiziaria e delle attività di campionamento delle acqua di falda sulle collinette 2 e 3 di verifica strutturale sulla rete frangivento della collinetta
Va ricordato che nella stessa relazione al Parlamento i commissari Ilva individuano in 37,50 milioni l'ulteriore fabbisogno per la caratterizzazione e la messa in sicurezza delle collinette insieme all'attività di monitoraggio. Non è indicato un termine per il completamento dei lavori, finanziati con la dote di 476 milioni provenienti dal miliardo e 157 milioni del patrimonio destinato, costituito quest'ultimo dalle risorse fatte rientrare anni addietro in Italia dai Riva, ex proprietari e gestori dell'Ilva (le altre risorse sino al miliardo del patrimonio destinato sono destinati ad Acciaierie d'Italia per opere ambientali, altri interventi e decarbonizzazione).
Foto © Imagoeconomica
Ex Ilva: archiviata inchiesta su inquinamento collinette Taranto
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