Si è tenuta questa mattina, davanti ad un'aula magna della Corte d'Appello gremita, la cerimonia di insediamento del nuovo procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia. Ad accompagnarlo la presenza di tantissimi magistrati, avvocati e vertici delle forze dell'ordine.
A passare nei fatti il testimone al vertice della Procura è stata la Procuratrice facente funzioni Marzia Sabella che ha ricordato, assieme al Presidente del Tribunale Antonio Balsamo, soprattutto lo spessore umano del neo Procuratore, ma anche quelle “doti professionali umane e professionali che devono ritenersi già a conoscenza della collettività con un grado di certezza tale da rivelarsi incontestabili”.
La procuratrice reggente, Marzia Sabella
Sabella ha anche detto un quadro delle sfide che troverà il neo Procuratore, evidenziando la presenza di un "territorio tormentato", e delle difficoltà quotidiane in cui le "indagini si fanno sempre più complesse e le intercettazioni sempre più mute", oltre che lo stato di una Procura che deve fare i conti con una "grave carenza di organico, con la Dda allo stremo e la mancanza di personale amministrativo" in cui "la normalità diventa urgenza, le banalità dei macigni".
Anche la Procuratrice generale Lia Sava, tra le sfide, ha segnalato proprio la recente Riforma della Giustizia Cartabia. Da qui sono passati processi importanti nel contrasto alle mafie ed ai sistemi criminali, ci sono state inchieste importanti e la risposta, spesso, va data guardando oltre le semplici organizzazioni criminali. Saprà De Lucia raccogliere anche questa sfida?
Certo è che si tratta di un magistrato con una certa esperienza. La sua carriera in magistratura è iniziata proprio a Palermo, nel 1991, dove divenne uno dei punti di riferimento per indagini importanti, non solo sulle estorsioni, ma anche quelle più delicate. Poi, nel 2009, si trasferì alla direzione nazionale antimafia, occupandosi del coordinamento delle indagini sulle stragi. Nel 2017 è stato nominato capo della Procura di Messina che ha guidato fino ad oggi. Lo scorso 21 settembre è stato votato all'unanimità dal Plenum del Csm come procuratore capo di Palermo.
Una volta conclusi i vari passaggi di rito, De Lucia ha preso la parola tracciando quelle che saranno le linee guida della sua "reggenza" che vedrà come primo impegno "il contrasto a Cosa nostra, ma anche la tutela di tutte le persone più deboli".
"Abbiamo bisogno di tutti - ha detto De Lucia rivolgendosi anche alla società civile - perché Palermo è la città che ha insegnato al mondo la resistenza alla criminalità mafiosa".
Dopo aver ricordato la memoria anche di due Procuratori capi che hanno sacrificato la vita come Pietro Scaglione e Gaetano Costa, che si aggiungono ai tanti martiri con la toga che hanno attraversato la storia della lotta alla mafia (Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in primis), ha voluto rimarcare che "Cosa nostra è in crisi, ma è presente, esercita la sua pressione sul territorio, inquina l'economia. Non è quella che abbiamo conosciuto negli anni Novanta, ma c'è".
Il neoprocuratore ha poi aggiunto che "non c'è solo la lotta a Cosa nostra, che è una priorità, ma anche la tutela delle persone più deboli, donne, minorenni, uomini, chiunque viene vessato dalla prepotenza" e poi anche "la tutela dell'ambiente e della bellezza di questa città".
Il procuratore ha poi anticipato ai presenti il suo desiderio di seguire quel solco tracciato da Giancarlo Caselli e Pietro Grasso. E in quella idea ha voluto affermare che con il lavoro "seguiremo un metodo e indagheremo su tutto, ma porteremo a processo solo ciò che davvero lo merita, quando saremo sicuri di poter ottenere la condanna degli imputati".
Ha poi chiesto "l'aiuto di tutti", dei cittadini, della stampa ("a cui chiediamo un controllo critico e durissimo dei nostri atti"), alle forze dell'ordine ("senza le quali nulla è possibile"), agli avvocati ("nessuno sconto in dibattimento, ma massimo dialogo e massima lealtà perché siamo tutti servitori della giustizia") e ai suoi nuovi colleghi, soprattutto ai giovani sostituti ("non sarò chiuso in una torre, ma sempre pronto a parlare con voi, seguendo il metodo della condivisione di tutte le informazioni").
Da segnalare la presenza, oltre a tutti i procuratori aggiunti di Palermo, del Procuratore capo della Procura nazionale antimafia Giovanni Melillo, l'ex procuratore Francesco Lo Voi ora a capo dell'ufficio inquirente romano, il presidente della corte d'appello Matteo Frasca, i vertici delle forze dell'ordine e il sindaco di Palermo Roberto Lagalla.
Foto © Deb Photo
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