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Con l’arrivo del nuovo esecutivo alcuni ‘segnati’ come possibili Ministri della Giustizia hanno già annunciato di voler rimetter mano alle riforme.
Uno di loro è stato l’ex pm della laguna Carlo Nordio: secondo lui i politici dovrebbero essere immuni dalle inchieste, le intercettazioni ambientali accantonate, i magistrati dovrebbero perseguire solo alcuni reati e diventare gli ‘avvocati’ della polizia giudiziaria.
Come lui anche altri vorrebbero delle riforme analoghe.
Ed è per questo motivo che l’ex magistrato Gian Carlo Caselli, in un’intervista rilasciata a Valeria Pacelli sul 'il Fatto Quotidiano', ha invitato a “resistere” alle “controriforme” che vorranno realizzare i “guardasigilli con la cultura politico-giudiziaria di Carlo Nordio o di Giulia Bongiorno" e altri come loro.
Tra poco, forse, l’Italia avrà un nuovo esecutivo. E in questi giorni sono accese le discussioni sulla nomina dei vari ministri.
Un dato però è certo: sono 41 in totale i neo parlamentari che hanno avuto, o hanno ancora oggi, guai con la giustizia. Nello specifico la maggior parte si trova nel partito guidato da Giorgia Meloni e, a seguire, quello di Matteo Salvini. Queste candidature dipendono, secondo l’ex magistrato, dal fatto che "in Italia si deve, purtroppo, registrare un accantonamento di fatto della questione morale". Tutto questo causa che "disallineano il nostro Paese rispetto alle altre democrazie occidentali". Basti ricordare, ha ricordato Caselli, "il caso di Karl Theodor von Guttemberg, ministro della Difesa tedesco, delfino di Angela Merkel, scomparso dai radar della politica subito dopo la scoperta che aveva copiato parte della sua tesi del dottorato di ricerca".
L'accantonamento della questione morale, ha continuato l'ex magistrato, "comporta, oltre a candidature inopportune, la scomparsa nei programmi elettorali finanche della mera evocazione di una questione posta dal rapporto tra etica e politica".
Un rapporto senza dubbio trascurato da tutti i governi e dalle varie forze politiche che si sono succedute.
È forse questo il principale motivo della sfiducia del popolo verso la classe politica?
Secondo l'ex magistrato sussiste una irreversibile e gravissima crisi di fiducia nel Parlamento, "che è spietatamente scolpita nel massiccio astensionismo". "Persino peggiore - ha continuato Caselli sul 'Fatto' - è la crisi della magistratura, evidenziata dagli intrallazzi di Luca Palamara".
Il pericolo, secondo Caselli, sta nel fatto che si potrebbe diffondere "un sentimento di assuefazione più che di rassegnazione; un senso di abitudine che rischia di annebbiare e avvolgere in particolare i fatti di corruzione fino a renderli 'normali' ai nostri occhi, quasi 'banali'".

Fonte: ilfattoquotidiano.it

Foto © Imagoeconomica

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