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"Non si versa nel terreno di un mero concorso continuato di reati, poiché ci troviamo dinnanzi a un programma delittuoso aperto, destinato ad allargarsi - argomentano i pm - lo zoccolo duro della struttura è costituito da Luigi Dei, rettore fino al primo settembre 2021, da Paolo Bechi, protettore dell'area medica sino al primo novembre 2018, da Alberto Zanobini e dal professor Marco Carini, in quiescenza dal primo novembre 2021. Zanobini e Dei hanno rivestito il ruolo di capi, promotori e organizzatori, l'operatività del sodalizio ha preso le mosse dal 2015 e risulta ancora operativo". Sempre secondo i pm la presunta associazione avrebbe fatto ricorso sempre allo stesso schema, basato "sull'individuazione preventiva del vincitore e sulla previsione successiva della procedura, che viene bandita su misura per il vincitore e seguita a capillarmente nel suo snodarsi sino al raggiungimento dell'obiettivo". "Il programma criminale è aperto, destinato ad arricchirsi in base alle contingenze, sfrutta la posizione di potere delle due figure apicali dell'azienda sanitaria e dell'università". Così il procuratore aggiunto di Firenze  Luca Tescaroli e il pm Antonino Nastasi hanno sintetizzato le accuse che hanno portato alla richiesta di interdizione da pubblico ufficio (per 12 mesi) nei confronti del dg del Meyer Alberto Zanobini.
La notizia è stata riportata da 'la Repubblica' in un articolo a firma di Luca Serranò.
Gli investigatori hanno rilevato "un'associazione a delinque proiettata a porre in essere una serie indeterminata di delitti di abuso di ufficio e, ove necessario, di corruzione, funzionali al raggiungimento dell'obiettivo di individuare ancora prima del bando delle procedure i vincitori dei concorsi destinati a professori  associati e ordinari nell'Università di Firenze, con afferenza assistenziale quantomeno presso l'azienda ospedaliera Meyer".
Le accuse avanzate per il dg - coinvolto con altri quaranta soggetti in un'indagine sui presunti concorsi pilotati a medicina - sono per associazione a delinquere, corruzione (in concorso con la professoressa Chiara Aiazzi e con il direttore del dipartimento di Scienze della salute dell'Università di Firenze, Paolo Bonanni, per i quali è stata chiesta l'interdizione di 9 mesi) e abuso d'ufficio.
Nello specifico, secondo gli inquirenti, dal 2015 i bandi di concorso, sia la loro programmazione che il loro esito, sono stati condizionati da un centro di potere.

Fonte: 'la Repubblica'

Foto © Imagoeconomica

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