Non hanno risposto al gip molti degli indagati nella maxi-operazione eseguita dalla DDA di Catanzaro condotta nel Vibonese contro le attività mafiose perpetrate nel Cosentino, che vedrebbe al vertice dell’associazione criminale Roberto Porcaro, presuntamente ritenuto braccio destro del boss Francesco Patitucci.
Porcaro, per primo, interrogato nel carcere di Parma, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Stessa decisione sarebbe stata intrapresa da Luigi Abbruzzese, alias “Pikachu” e Gennaro Presta. Mentre, Renato Piromallo e Giuseppe Bartucci hanno reso dichiarazioni spontanee, così come Andrea Bruni il quale avrebbe dichiarato al giudice la propria innocenza. Inoltre, come si apprende da “Il Quotidiano”, oltre a Francesco Ciliberti e Armando Antonucci, che si sarebbero dichiarati estranei alla vicenda giudiziaria, anche l’imprenditore Remo Florio, interrogato dal gip di Cosenza Salvatore Carpino, avrebbe dichiarato la sua estraneità ai fatti in quanto non avrebbe mai avuto “alcun tipo di avvicinamento né di legame con la criminalità organizzata”, definendo il tutto come un “un clamoroso errore giudiziario”.
Anche l’imprenditore Ariosto Artese, fratello dell’attuale vicesindaco di Rende, avrebbe respinto ogni accusa nei suoi confronti. Intanto, Costantino Scorza detto “il vecchio”, affetto da una grave malattia, è stato scarcerato e trasferito ai domiciliari.
Tornando al boss Francesco Patitucci, difeso dagli avvocati Luca Acciardi e Luigi Gullo, sarà ascoltato dagli inquirenti in video dalla Casa circondariale di Rovigo presso cui è detenuto. Successivamente, saranno ascoltati anche: Marcello Manna, Paolo Pisani, Rosa Rugiano e Pino Munno; tutti indagati e soggetti ai domiciliari.
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