Condannato nel 2020 per aver favorito la latitanza di Matacena
Si aprirà il prossimo 27 settembre, dinanzi alla prima sezione penale della Corte d'Appello di Reggio Calabria, presieduta da Filippo Leonardo, il processo di secondo grado a carico dell'ex ministro dell'Interno e già coordinatore nazionale di Forza Italia Claudio Scajola (in foto), attuale sindaco di Imperia. Scajola, dopo cinque anni di dibattimento e quasi 120 udienze, era stato condannato il 24 gennaio del 2020 a due anni di reclusione per il reato di procurata inosservanza della pena, per avere favorito - secondo l'accusa - la latitanza dell'ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena, condannato definitivamente dalla Cassazione nel 2013 a cinque anni e quattro mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Matacena, poco prima di essere arrestato, riuscì a raggiungere le Isole Seychelles e da lì, subito dopo, atterrò a Dubai dove venne fermato in attesa di estradizione, e dove tuttora risiede. Secondo quanto sarebbe emerso dall'inchiesta, Matacena avrebbe dovuto essere spostato in Libano, "un progetto - scrivono i giudici di primo grado - che si inserisce in un piano più articolato di protezione del latitante attraverso un reticolo di rapporti che ha origini precedenti alla stessa decisione di trasferimento in Libano". Ad oggi Matacena gira ancora per le strade di Dubai da uomo libero, sebbene tra l’Italia e gli Emirati Arabi siano stati firmati accordi bilaterali di estradizione e di assistenza giudiziaria, firmati ad Abu Dhabi nel 2015 ed entrati in vigore nell'aprile 2019.
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