È Anna Maria Lucchetta il nuovo Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord in Aversa. Lo ha deciso ieri il plenum del Csm con 12 voti a favore tra cui quelli di Ciambellini, D'Amato, Gigliotti, Grillo, Lanzi, Marra, Miccicchè, Pepe, Balduini, Basile, Braggion e Celentano. Mentre al suo diretto concorrente, Giuseppe Narducci, attualmente giudice del tribunale di Perugia, sono andati nove voti, tra cui quelli di Chinaglia, Dal Moro, Donati, Suriano e dei consiglieri togati Nino Di Matteo e Sebastiano Ardita. Gli astenuti infine sono stati due: Benedetti e Cavanna.
Giuseppe Narducci, si legge nella delibera, "nell’esercizio sia delle funzioni requirenti sia di quelle giudicanti, ha trattato numerosi procedimenti di particolare complessità" tra i quali "le prime indagini sul clan camorristico degli Stolder, che, tra l’altro, conducevano all'arresto e poi alla condanna di pubblici ufficiali che avevano un rapporto collusivo con il capo della organizzazione camorristica Raffaele Stolder che per alcuni anni era riuscito a simulare la condizione di nefropatico cronico dializzato, riuscendo ad ottenere lunghi periodi di detenzione ospedaliera e poi domiciliare; quelle relative ai clan camorristici operanti nel quartiere Sanità di Napoli (ovvero i gruppi Misso, Guida, Tolomelli e Vastarella), ove il dott. Narducci ricorreva alla tecnica investigativa, all'epoca ancora inedita, della captazione di conversazioni di esponenti della criminalità organizzata nel corso di colloqui che si svolgevano nel carcere di Poggioreale tra detenuti e congiunti; quelle in ordine alle attività delittuose esercitate dal clan camorristico dei casalesi guidato da Francesco Bidognetti, accertando che detto gruppo aveva acquisito il controllo totale delle attività economiche svolte dalle imprese di pompe funebri nel territorio casertano".
Il documento riporta molti altri aspetti professionali del magistrato che ne dimostrano le "capacità e l’elevato livello di preparazione".
Giuseppe Narducci ha svolto, nel corso della sua carriera, sia funzioni requirenti che giudicanti. Dettaglio che il consigliere Nino Di Matteo ha messo in risalto durante la seduta plenaria: "L'esperienza ci dovrebbe insegnare che molto spesso i migliori giudici penali sono quelli che hanno svolto la funzione di pubblico ministero e i migliori pubblici ministeri quelli che anche da giudici hanno acquisito veramente la 'cultura della prova'. Voglio ricordare un dato - ha continuato il magistrato - di cui spesso ci si dimentica nel dibattito pubblico e che è un dato oggettivo: esiste una raccomandazione del Consiglio d'Europa del 2000 in esito ad ampia discussione tra tutti i ministri della giustizia di tutti i Paesi aderenti (dell'Unione Europea n.d.r) che appunto indicava agli Stati membri di prevedere nei loro ordinamenti interni una legislazione che promuovesse la possibilità, per ogni magistrato all'interno di ogni ordinamento, di svolgere le funzioni nel corso della sua carriera sia requirenti che giudicanti". "La nostra legislazione - ha concluso il magistrato - si muove in senso contrario rispetto ad una raccomandazione del Consiglio d'Europa" siccome le recenti riforme hanno messo dei paletti ancora più stretti per quanto riguarda il passaggio di funzioni: un solo passaggio di carriera e solo durante i primi dieci anni della carriera.
Tuttavia, le argomentazioni avanzate dai consiglieri Di Matteo, Ardita e altri non hanno convinto il plenum del Csm, il quale ha votato a maggioranza per Anna Maria Lucchetta.
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