Per i giudici era membro di vertice del mandamento di San Lorenzo-Resuttana. Insieme a Corona condannati altri undici imputati
La quinta sezione del tribunale di Palermo, presieduta da Donatella Puleo, a latere Ivana Vassallo e Marco Petrigni, ha condannato a 19 anni e 6 mesi il boss Giuseppe Corona, coinvolto nel processo Delirio su una serie di estorsioni ai danni di aziende e commercianti del centro di Palermo, ma anche su vari traffici di droga coordinati dalle cosche della zona nord occidentale di Palermo. E' la prima sentenza che riconosce l'imputato come componente del vertice della famiglia e del mandamento di San Lorenzo e Resuttana. I giudici hanno accolto in gran parte le richieste dei pubblici ministeri Dario Scaletta e Giovanni Antoci, che con Amelia Luise, oggi alla Procura europea, avevano coordinato l'inchiesta.
Nello stesso dibattimento sono state condannate in tutto dodici persone, a pene inferiori, e altre 11 sono state assolte. Roberto Bonaccorso ha avuto 3 anni e 6 mesi; Francesco De Lisi, Gianpiero Giannotta, Maurizio Tafuri, Silvano Bonaccorso e Maria Laura Bonaccorso 3 anni ciascuno; Calogero Alessandro Sanfratello e Salvatore Sanfratello 2 anni a testa; 2 anni anche a Giuseppe Abbagnato, mentre Loredana Ruffino e Stefano Madonia hanno avuto rispettivamente 3 e 4 anni di carcere. I giudici hanno anche riconosciuto il risarcimento dei danni, da liquidarsi in sede civile, a una serie di associazioni che si erano costituite parte civile a sostegno delle vittime: Solidaria, associazione Antonino Caponnetto, Sos Impresa, Confcommercio, Fai (Federazione antiracket e antiusura), Centro studi Pio La Torre. I giudici hanno poi assolto in parte alcuni degli imputati condannati (fra cui lo stesso Corona) e del tutto scagionato Giuseppe Buccheri, Calcedonio Valerio Sorrentino, Salvatore Calabrese, Angela Gnoffo, Giuseppina Scimone, Nunzio Oliveri, Giuseppa Ocello, Aldo Calandra, Francesco Calandra, Stefano Madonia, Aurelio Perrino. Ordinata anche la confisca di alcuni immobili, ritenuti riferibili a Corona.
Foto © Emanuele Di Stefano
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