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Il Procuratore della Repubblica di Catanzaro sentito alla commissione parlamentare di inchiesta

"Nel corso delle indagini durate due anni sul procedimento 'Rinascita Scott', che si sta celebrando davanti al tribunale di Vibo Valentia nell'aula bunker di Lamezia Terme, abbiamo intercettato anche l'avvocato Giancarlo Pittelli in una conversazione con Giuseppe Mussari (ex presidente di Mps n.d.r) in cui commentavano la morte di David Rossi".
Così ha detto il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri durante l'audizione di ieri davanti alla commissione d'inchiesta parlamentare sulla morte di David Rossi, l'ex capo area comunicazione di banca Mps precipitato dalla finestra del suo ufficio la sera del 6 marzo 2013. L'audizione è stata in seguito secretata.
La morte di David Rossi è stata bollata frettolosamente come un suicidio ma da qualche tempo è stata aperta una Commissione parlamentare d'inchiesta, presieduta da Pierantonio Zanettin, che senza mezzi termini lo scorso settembre aveva affermato in maniera chiara: "Ci sono elementi che hanno portato alla tesi del suicidio che ci lasciano perplessi. Le ricostruzioni finora fatte non ci convincono del tutto e chiederemo una nuova perizia tecnica e anche un accertamento sui tabulati telefonici".
Il caso è tornato a far rumore con LaC Tv che, durante la trasmissione dedicata al processo Rinascita-Scott, condotta da Pietro Comito e Pino Aprile, ha mandato in onda in esclusiva un'intercettazione che alimenta i sospetti su quella morte.
L'intercettazione riguarda l'avvocato Giancarlo Pittelli, imputato eccellente con l'accusa di concorso esterno nel maxiprocesso "Rinascita-Scott".
Durante le indagini l'ex parlamentare di Forza Italia, in un'intercettazione con un interlocutore anonimo ha affermato in maniera certa: "Rossi non si è suicidato... Rossi è stato ucciso".
A questo punto sorge una domanda. Pittelli sa qualcosa su come avvenne la morte dell'ex responsabile della Comunicazione di Monte dei Paschi di Siena? Ci sono anche altri elementi che emergono dalle indagini?
Nell'intercettazione, comunque Pittelli, sembra di essere al corrente di fatti. E nel corso della conversazione il caso David Rossi viene persino accostato a casi storici come quello di Sindona e Calvi.
"In borsa – affermava l'ex parlamentare - sono dei folli sono". E l'interlocutore rispondeva: "La colpa ce l’ha Visco su Monte dei Paschi".
Da quel momento i due parlano di David Rossi. Pittelli: "Non dovevano far… non dovevano finanziarlo. E se riaprono l’indagine sulla morte di Rossi succederà un grosso casino... Se si sa chi lo ha ammazzato". Interlocutore ignoto: “Ma perché secondo te è morto di overdose…". Pittelli: "Non si è suicidato... non si è suicidato... Rossi non si è suicidato... Rossi è stato ucciso". Interlocutore ignoto: "Pure Calvi si è suicidato con le tasche piene di pietre... Ti ricordi, Sindona che si è suicidato in carcere con un caffè".
Alla tesi del suicidio, perché "sotto ricatto" per avere partecipato a festini a luci rosse, non ha mai creduto la famiglia di David Rossi. E più volte Carolina Orlandi, la figlia della vedova di David Rossi, ha lanciato un appello affinché "chi sa parli".

Commissione acquisisce agli atti nuove perizie
La Commissione parlamentare di inchiesta aveva deliberato di acquisire agli atti le due perizie medico legali che secondo i familiari di Rossi potrebbero far riaprire il caso prendendo in esame l'ipotesi di omicidio e non di suicidio.
La "posizione di caduta, assunta dal corpo nei momenti immediatamente antecedenti l'impatto con il suolo, denota una posizione di partenza assolutamente atipica per un suicidio". È quanto si legge in un estratto della perizia eseguita dal prof. Francesco Introna, Ordinario di Medicina legale e Direttore della Scuola di Specializzazione dell'Universitaria-Policlinico di Bari, su incarico della famiglia di David Rossi, assistita dall'avvocato Carmelo Miceli.
"La modalità di precipitazione semi-assisa, la distanza fra il sito di impatto al suolo ed il muro dello stabile ovvero dalla proiezione al suolo della finestra, l'assenza di alcuna rotazione assunta dal corpo durante i vari momenti di sospensione nel vuoto, sottendono che il soggetto non abbia generato alcuna spinta nella fase iniziale di lancio, ma che anzi si sia lasciato cadere in maniera statica, a 'corpo morto'", viene sottolineato. "C'è da chiedersi e cercare di capire perché una persona che voglia suicidarsi debba mettere in atto una modalità tanto inusuale, oggettivamente difficile e sicuramente molto più complessa della più semplice, più logica e più facile da realizzare proiezione in avanti nel vuoto attraverso la finestra?", si chiede nella perizia. "Sulla scorta di tutti questi interrogativi, che denotano una volontà suicidaria debolmente sostenibile ed una modalità molto diversa da quanto normalmente si riscontra nell'attività medico-legale”. Secondo la perizia, "è possibile concretamente ipotizzare come la posizione assunta dal ROSSI al momento della precipitazione descritta" non sia da considerare come "l'esclusivo risultato di una volontà suicidaria. È possibile prospettare che il soggetto abbia assunto quella posizione per un motivo diverso dal suicidio, o per sfuggire da qualcuno ovvero perché sia stato costretto ad assumere quella posizione da parte di soggetti terzi". Ai fini della perizia si prende "visione del materiale iconografico prodotto dalla polizia scientifica in corso di sopralluogo giudiziario, delle immagini della telecamera di videosorveglianza posta nel Vicolo di Monte Pio, della consulenza tecnica medico-legale redatta dal prof. Gabbrielli in data 7 marzo 2013 e della consulenza tecnica medico-legale redatta dalla professoressa Cattaneo e dal tenente colonnello dei carabinieri Zavattaro in data 6 dicembre 2016".

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