Dovrà essere rifatto il processo per “concorso esterno in associazione mafiosa” contro Vito Nicastri, il "re dell'eolico" considerato vicino al latitante Matteo Messina Denaro. Lo ha stabilito la corte di Cassazione, che ha accolto il ricorso della Dda del capoluogo siciliano, annullando 'con rinvio' il precedente giudizio di Appello, in cui Nicastri era stato condannato a quattro anni per intestazione fittizia dei beni e assolto dall'accusa di “concorso esterno”. Adesso si svolgerà un nuovo processo davanti la corte d'Appello di Palermo. L'accusa, invece, aveva retto in primo grado, quando il gup di Palermo aveva condannato l'imprenditore originario di Alcamo a 9 anni di carcere anche per “concorso esterno”. La vicenda risale all'indagine Pionica, coordinata dai pm Antimafia e condotta dai carabinieri del comando provinciale di Trapani, del Reparto operativo speciale (Ros) e della Dia di Trapani ed eseguita nel marzo 2018. Ad un anno di distanza, il nome di Nicastri balzò fuori da un'inchiesta per corruzione, in cui è stato indagato anche l'allora sottosegretario leghista, Armando Siri: per quest'inchiesta, “il re dell'eolico” nel dicembre 2019 ha patteggiato una condanna a 2 anni e dieci mesi.
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