Sotto accusa anche Vinciguerra e Sparti
Accogliendo le richieste del pm Antonello Gustapane, il Gup di Bologna Alberto Ziroldi, con l'accusa di falsa testimonianza, ha rinviato a giudizio tre testimoni, che hanno depositato in Corte d'Assise a carico dell'ex Nar Gilberto Cavallini, poi condannato all'ergastolo per la strage di Bologna del 2 agosto 1980. Si tratta dell'ex Nar Luigi Ciavardini (in foto), già condannato in via definitiva come esecutore materiale dell'attentato alla stazione di Bologna, Vincenzo Vinciguerra, ex esponente di Ordine nuovo e di Avanguardia nazionale che attualmente sta scontando una condanna all'ergastolo per la strage di Peteano, e Stefano Sparti, figlio di Massimo Sparti (la cui testimonianza fu decisiva per far condannare Francesca Mambro e Valerio Fioravanti come esecutori della Strage).
Inizialmente erano 12 i testi accusati dalla Procura ma le altre posizioni sono state archiviate. Il processo comincerà l'11 ottobre.
Secondo l'accusa, Ciavardini, sarebbe responsabile di aver nascosto l'identità degli amici di Cavallini che lo ospitarono a Villorba di Treviso tra luglio e agosto 1980. Nel dettaglio, Ciavardini andrà a processo perché, nelle udienze del 9 e 16 maggio 2018, ha "taciuto l'identità del personale medico che lo aveva curato per la ferita riportata durante l'attentato" e "l'identità di coloro, amici di Cavallini, che lo avevano ospitato a Villorba e zone limitrofe tra luglio e agosto 1980, quando non era in casa di Cavallini".
Mentre Vinciguerra, secondo l'accusa, è ritenuto reticente perché non aveva riferito i nomi delle persone da cui seppe di "un eventuale collegamento di Fioravanti e Cavallini tra il gruppo veneto di Fachini e i gruppi romani e di Tivoli di Signorelli e Calore". A Sparti, infine, vengono contestati vari passaggi della testimonianza resa il 12 dicembre 2018, caratterizzata da numerosi "non ricordo". Tra questi, l'accusa ricorda quello relativo alla visita in ospedale al padre tre giorni prima della morte di quest'ultimo, ospedale del quale Stefano Sparti "non sapeva né dove fosse e come si chiamasse". E in quell'occasione, ricordava poi la Procura, quando l'odierno imputato chiese al padre "perché avesse testimoniato il falso sulla Strage ('Fioravanti e Mambro erano alla stazione in abiti da turisti tedeschi')", quest'ultimo, "che aveva dolori lancinanti, soffrendo le pene dell'inferno, gli aveva risposto che 'non potevo fare altrimenti e l'ho fatto per voi'". Commentando il rinvio a giudizio del proprio assistito all'uscita dall'aula, il legale di Sparti, Alessandro Pellegrini, ha detto di non essere sorpreso della decisione del gup, e annuncia che "in dibattimento chiederemo l'escussione di numerosi testimoni che afferiscono alla vicenda di Massimo Sparti, che è la pietra angolare del processo sulla strage e secondo noi ha deposto il falso". Tra le persone di cui la difesa intende chiedere la testimonianza ci sarà Francesco Ceraudo, già direttore del centro clinico penitenziario di Pisa, secondo cui la scarcerazione di Massimo Sparti, avvenuta grazie ad un certificato medico falso, sarebbe stata il prezzo della sua testimonianza contro i Nar. La sua testimonianza era stata richiesta dalla difesa, senza successo, anche nel processo a Cavallini, e ora Pellegrini intende fare un nuovo tentativo, con l'obiettivo di "dimostrare la falsità delle dichiarazioni rese all'epoca da Massimo Sparti", e di conseguenza l'autenticità della testimonianza del figlio.
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