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Il 19 Aprile previsto il voto alla Camera

Sarà inserito in calendario per il 19 aprile l’esame della riforma del Csm da parte dell’aula della Camera. A confermarlo è stato il presidente della commissione Giustizia, Mario Perantoni. “A questo punto inevitabilmente qualcuno dovrà ammorbidire le proprie posizioni. Si sta lavorando su quello. Alcune intese di massima sono state raggiunte, bisogna metterle nero su bianco”, ha detto l’esponente del M5s.
Anche se l'accordo di maggioranza è stato raggiunto l'approdo del voto alla Camera non sarà di certo facile. Ad annunciare la chiusura dell'accordo è il sottosegretario alla Giustizia, di Forza Italia, Francesco Paolo Sisto. In sintesi è prevista la separazione delle funzioni (de facto) e un 'nuovo' assetto per la legge elettorale: la quadra è stata trovata sul sorteggio delle Corti d’appello per andare a formare i collegi elettorali, attraverso un sistema che resta maggioritario binominale con un correttivo proporzionale, in pratica come era stato concordato nel Consiglio dei ministri che aveva approvato gli emendamenti del governo alla riforma del Csm.
Sulla separazione delle funzioni, invece, sarà consentito un solo passaggio da giudice a pm e viceversa entro i 10 anni, ma il limite non varrà se le funzioni sono esercitate nel settore civile. L’accordo prevede che i 10 anni in questione decorrono dall’assegnazione della prima sede.
Tuttavia sono le proposte del centro - destra che allarmano i giudici: il 'fascicolo - pagella' per ogni toga e la responsabilità civile diretta per i magistrati. Il dato sconcertante è che la responsabilità civile diretta, "chi sbaglia paga!" nel linguaggio della Lega e dei Radicali, era stata bocciata già dalla Corte Costituzionale. Perché, dunque, per l'ergastolo ostativo la Camera ha elevato la sentenza della Consulta a dogma religioso mentre per la responsabilità civile dei magistrati si sta, in soldoni, cercando di far entrare dalla finestra quello che era già uscito dalla porta?
Sentiremo cosa avranno da dire gli Onorevoli. Altro punto estremamente critico è l'inasprimento delle sanzioni per i procuratori della Repubblica che parleranno alla stampa violando la presunzione di innocenza: ammonimento, censura, perdita di anzianità, persino la sospensione dalle funzioni o la radiazione. La norma completa è di fatto il disegno varato dalla ministra Marta Cartabia fin dalla scorsa estate, con l’approvazione dello schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva Ue sul “rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza”, fatto inserire da Enrico Costa (Azione) nella legge di delegazione europea. Un provvedimento, entrato in vigore a dicembre 2021, che impone pesantissimi limiti all’informazione giudiziaria ed è stato criticato all’unisono dagli addetti ai lavori, sia giornalisti che magistrati.

C'è l'accordo ma ci sono anche le polemiche
A gran voce i singoli magistrati, e non più le correnti, stanno manifestando apertamente il loro dissenso. Da Busto Arsizio al Nord, dove i magistrati hanno firmano un documento ripreso da tanti, a quelle di Nola al Sud. Nola, "la terra del libero pensiero e di Giordano Bruno". Il presidente Anm, Giuseppe Santalucia, segue la protesta di minuto in minuto e i documenti rispecchiano la sua lettura: "Questa riforma, sollecitata tante volte da Mattarella, aveva lo scopo di battere il carrierismo. Invece, se dovesse essere confermato l'impianto che via via trapela, finirebbe per ottenere l'obiettivo opposto, esaltare la carriera".
"Forti perplessità sul contenuto delle proposte emendative del Governo", "radicale contrarietà ad alcuni specifici contenuti e molteplici profili di incostituzionalità che contrassegnano la nuova normativa, in particolare in relazione all'art. 107 della Costituzione". Così hanno denunciato gli esponenti di Articolo 101 al comitato direttivo centrale dell'Associazione nazionale magistrati, Giuliano Castiglia, Stefania Di Rienzo, Ida Moretti e Andrea Reale, ricevuti dalla ministra della Giustizia. Ringraziandola per l'incontro, hanno fatto presente che "di fronte a queste riforme, la magistratura associata non potrà restare indifferente e dovrà assumere adeguate iniziative di denuncia e di contrasto delle gravi conseguenze che esse avranno sul servizio giustizia e sui cittadini". "Abbiamo evidenziato come, piuttosto che realizzare i dichiarati obiettivi di contrastare il correntismo e di accrescere l'indipendenza interna dei magistrati, la riforma accentua la verticalizzazione e la burocratizzazione della magistratura ed alimenta il conformismo dei magistrati, rischiando di compromettere ulteriormente l'indipendente esercizio della giurisdizione", riferiscono i magistrati, ricordando di essersi soffermati in particolare "sui temi del trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale, dei carichi esigibili, delle cosiddette pagelle, della tenuta dei provvedimenti e dell'esito delle richieste, evidenziando che la linea generale nella quale si muove la riforma altera la natura stessa della giurisdizione, portando i magistrati a concentrarsi non sui casi di volta in volta sottoposti al loro esame ma sugli effetti delle decisioni rispetto alla propria e alle altrui carriere". Nell'incontro è stata affrontata la questione del sistema elettorale, "evidenziando che la riforma non affronta i problemi che avrebbe dovuto risolvere e comporterà il rafforzamento dei gruppi maggioritari". Da parte della ministra, riferiscono ancora i magistrati, "abbiamo registrato ampia apertura sulle questioni del trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale e dei carichi esigibili, le cui modifiche in peius presenti nel maxiemendamento avevamo denunciato e portato all'attenzione dei colleghi e del dibattito associativo. Confidiamo, quindi, sulla concreta possibilità che questi istituti non saranno modificati". "Restano le divergenze sugli altri temi e sull'impianto generale della riforma. In particolare - hanno ricordato - le novità in materia elettorale non intaccano in alcun modo il controllo del CSM da parte delle correnti, lasciando perdurare il contrasto con la Costituzione che vorrebbe i componenti togati 'eletti da tutti i magistrati', mentre oggi sono designati dagli apparati correntizi, e che vorrebbe tali componenti rappresentativi delle 'varie categorie' dei magistrati, mentre oggi sono rappresentanti delle correnti che li hanno designati". Inoltre, concludono le toghe di Articolo 101, "nonostante le rassicurazioni sull'inesistenza di spinte verso il conformismo giudiziario e di qualsiasi intento punitivo, il complessivo disegno riformatore appare oggettivamente improntato a un progressivo ridimensionamento di quelle prerogative dei magistrati che, Costituzione alla mano, costituiscono condizione essenziale per l'effettività dei diritti e dello stato di diritto".
I lavori della Commissione Giustizia riprenderanno domani alle ore 11.00 e martedì alle ore 13.30.

Foto © Imagoeconomica

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