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Attesa in giornata una nuova sentenza sul caso di Stefano Cucchi, il giovane geometra arrestato per spaccio e morto dopo una settimana in ospedale, il 22 ottobre del 2009. Il giudice Roberto Nespeca del tribunale di Roma si è ritirato in camera di consiglio per decidere sul processo riguardante i depistaggi seguiti al pestaggio da parte dei carabinieri e il decesso del ragazzo. Sotto accusa ci sono 8 militari dell'Arma, tra cui diversi ufficiali. 
Questo processo è seguito a quello principale riguardo l'accertamento di quanto avvenuto a Cucchi dopo l'arresto e che ha portato dopo quasi 13 anni, lunedì, alla conferma in Cassazione della sentenza nei confronti di due carabinieri, per il reato di omicidio preterintenzionale. Con la requisitoria il pubblico ministero Giovanni Musarò ha chiesto l'affermazione della penale responsabilità e la condanna di tutti e 8 gli imputati. A rischiare la pena più alta, oggi, è il generale Alessandro Casarsa: 7 anni. Cinque anni e mezzo sono stati sollecitati invece per Francesco Cavallo, cinque anni per Luciano Soligo e per Luca De Cianni; quattro anni per Tiziano Testarmata. Per Francesco Di Sano sono stati sollecitati 3 anni e tre mesi, tre anni per Lorenzo Sabatino e un anno e un mese per Massimiliano Colombo Labriola. L'accusa ha chiesto inoltre l'interdizione perpetua dai pubblici uffici per Casarsa, Cavallo, De Cianni e Soligo mentre per Di Sano, Sabatino e Testarmata l'interdizione per cinque anni. Gli imputati rispondono a vario titolo e a seconda delle posizioni di falso, favoreggiamento, omessa denuncia e calunnia.

Foto © Imagoeconomica

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