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Da rifare anche il processo per Giorgio De Stefano per i fatti accaduti dopo il 2005

Ci dovrà essere un altro processo "Gotha" con il rito abbreviato
E’questa la decisione delle corte di Cassazione che ieri ha annullato buona parte delle condanne inflitte nel 21 gennaio 2021 dalla Corte d'Appello di Reggio confermando dieci annullamenti, 3 prescrizioni e 4 conferme.

Il processo "Gotha" è nato dalla riunione delle inchieste "Mamma Santissima", "Reghion", "Fata Morgana" e "Sistema Reggio" coordinate, oltre che dai pm Ignazitto e Musolino, anche dal procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e dal sostituto Roberto Di Palma.

I pm avevano cercato di dimostrare l'esistenza di un organismo verticistico e piramidale della 'Ndrangheta di cui proprio l'avvocato Giorgio De Stefano è, secondo l’accusa, uno dei capi di questo direttorio: un “consigliori” storico della famiglia di Archi, un soggetto “riservato” della ‘Ndrangheta di cui sarebbe stato una testa pensante al pari dell’avvocato Paolo Romeo - l’ex parlamentare del Psdi che aveva scelto il rito ordinario - e che di fatto prendeva le decisioni più importanti e macro-strategie che puntavano ad alterare “l’equilibrio degli organi costituzionali”.

Proprio in primo grado De Stefano era stato definito come il "vero e proprio capo ed organizzatore del sodalizio unitariamente inteso, in qualità di partecipe della componente 'invisibile' della ‘Ndrangheta - unitamente a pochi altri membri, nel numero di sei-sette, tra i quali certamente il sodale Romeo Paolo - struttura di vertice chiamata a svolgere compiti di direzione strategica e, in ultima analisi, di gestione 'occulta' delle scelte di politica criminale del sodalizio di stampo mafioso".

La condanna annullata più eclatante è senza dubbio quella di Giorgio De Stefano: 15 anni e quattro mesi di reclusione per associazione mafiosa inflitta in relazione ai fatti pregressi fino al 2005 dalla Corte d'Appello con il rito abbreviato. Annullata poiché, scrivono i Supremi Giudici, De Stefano era stato già stato giudicato per quei reati e non poteva, quindi, essere processato di nuovo.

Per De Stefano la Suprema Corte ha inoltre disposto il rinvio del processo d'Appello ad altra sezione del Tribunale reggino per un nuovo esame rispetto ai fatti contestati dopo il 2005. Si terrà quindi un nuovo processo per De Stefano e altri nove imputati: Antonino Nicolò (condannato in secondo grado a 13 anni e 10 mesi di carcere), Antonino Araniti (8 anni), Roberto Franco (13 anni e 8 mesi), Domenico Marcianò (9 anni e 4 mesi), Emilio Angelo Frascati (8 anni), l’ex sindaco di Villa San Giovanni Antonio Messina (2 anni), Lorena Franco (un anno e 4 mesi) e Giovanni Pellicano (10 mesi). Anche per loro la Cassazione ha stabilito che la sentenza della Corte d’Appello deve essere annullata. Esce dal processo definitivamente, inoltre, Pasquale Massimo Gira al quale, in appello, erano stati inflitti 2 anni e 4 mesi di carcere.

La Suprema Corte, infine, ha dichiarato prescritti i reati contestati agli imputati Alessandro Nicolò, Anna Rosa Martino (entrambi condannati in appello a 2 anni di reclusione) e Rosario Giovanni Rechichi. Le uniche quattro condanne definitive sono quindi quelle rimediate dal collaboratore di giustizia Roberto Moio (1 anno e 10 mesi), Giuseppe Smeriglio (1 anno e 4 mesi), Mario Vincenzo Stillitano (15 anni e 4 mesi di carcere) e Domenico Stillitano (14 anni e 4 mesi). Per i due fratelli Stillitano, la Corte di Cassazione ha giudicato il ricorso inammissibile dopo che la stessa Procura generale aveva chiesto l’annullamento parziale della condanna a causa del mancato riconoscimento del vincolo della continuità con la vecchia sentenza “Olimpia”. Unica posizione annullata senza rinvio riguarda la sentenza impugnata nei confronti di Gira Pasquale (difeso dall'avvocato Valeria Iaria) perché il fatto non sussiste; nonché nei confronti di Nicolò Alessandro e di Anna Rosa Martino per essere il reato contestato estinto per intervenuta prescrizione.

Foto © Imagoeconomica

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