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La decisione al vaglio del Csm e Cdm. Sarti: “Era l'ultima cosa che ci saremmo aspettati a 30 anni dalle stragi

Sta ricevendo dissensi, alcuni anche inaspettati, la designazione da parte della ministra della Giustizia Marta Cartabia, di Carlo Renoldi quale capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria dopo le dimissioni anticipate di Bernardo Petralia. Ieri, infatti, il Movimento 5 Stelle e sorprendentemente anche la Lega hanno sollevato non poche perplessità e opposizioni a questa candidatura, che ora sarà vagliata dal Csm nelle prossime settimane, che dovrà approvare in plenum un'apposita delibera per il collocamento fuori ruolo del magistrato. Poi la palla passerà al Consiglio dei ministri, come previsto per tutte le nomine di capi dipartimento. Renoldi, giudice in Cassazione e in passato magistrato di sorveglianza, è un garantista duro e puro, che, come ha scritto il direttore di questa testata stamani, “è intervenuto più volte guardando con favore alla doppia decisione della Corte costituzionale sull'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario (l'ergastolo ostativo, ndr) in cui si vieta di liberare i boss stragisti ed i terroristi condannati all'ergastolo, se non collaborano con la giustizia, e quella sulla possibilità per i boss di accedere a permessi premio, dichiarandone di fatto l'incostituzionalità”. Circostanze, queste, che hanno allarmato anche i parlamentari del Movimento 5 Stelle, i quali, insieme ai leghisti, si sono distaccati - almeno su questo caso della possibile nomina di Renoldi - dal governo Draghi e dai colleghi di maggioranza di Pd e FI che invece hanno plaudito la scelta della Cartabia.

"Ci lasciano perplessi le indiscrezioni sul nuovo vertice del Dap alla vigilia dell'approdo in aula della riforma dell'ergastolo ostativo: sarebbe il consigliere di Cassazione Carlo Renoldi il designato per sostituire Petralia”, ha detto Mario Perantoni (M5S), presidente della Commissione Giustizia alla Camera. “Non per la persona ovviamente ma per le sue esternazioni che connoterebbero il capo del Dap per la sua disponibilità ad allentare le regole del carcere per i mafiosi e per quella sua critica all'antimafia 'arroccata nel culto dei suoi martiri'. Posizioni evidentemente troppo sbilanciate per una carica così delicata”. “Noi - ha affermato - vogliamo garantire la tenuta della legislazione antimafia, come stiamo dimostrando in parlamento con una riforma dell'ergastolo ostativo equilibrata ma coerente con la lotta decisa alla criminalità mafiosa. Il mondo del carcere ha molte criticità che vanno affrontate: il tema della detenzione dei boss di mafia non è tra quelli”. Dello stesso tono sono state anche le parole di Vittorio Ferraresi, deputato del Movimento 5 Stelle, già sottosegretario alla Giustizia, e Giulia Sarti, membra, della commissione giustizia. Se fosse confermata la nomina di Renoldi, scrive su Facebook Ferraresi, “si tratterebbe di un fatto grave che mi lascerebbe senza parole. Renoldi, oltre ad aver improntato interventi in convegni contro il regime 41-bis e a favore di un suo gravissimo annacquamento, non ha risparmiato parole forti con attacchi frontali a forze politiche come il Movimento 5 Stelle e non solo (definendone le politiche "reazionarie" e basate su "logiche perverse"), ha anche sminuito ‘l’antimafia dei martiri’ così definita da lui”, ha spiegato.


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"Esprimo preoccupazione per le indiscrezioni che vedrebbero Carlo Renoldi come prossimo capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria”, sono state le parole della Sarti. "Ferma restando la centralità della tutela dei diritti di tutti i detenuti, così come vuole la nostra Costituzione - ha proseguito - siamo pienamente coscienti dell'importanza, imprescindibile, del circuito del 41 bis che ha consentito al nostro Paese passi in avanti nella lotta alla mafia e al terrorismo impensabili fino a qualche decennio fa". "Per questo siamo preoccupati della scelta, seppur legittima, di una personalità che, più volte - ha ribadito anche la parlamentare - si è espressa in maniera contraria al 41 bis arrivando a bollare l'antimafia come 'arroccata nel culto dei martiri’”. “Chiaramente - ha concluso - non c’è nulla di personale nei confronti del magistrato e non ci permettiamo di giudicare la sua professionalità. Ma ribadiamo la nostra preoccupazione e, nell'anno in cui ricorderemo il trentennale delle stragi di Capaci e via d’Amelio, mentre il Parlamento è impegnato a legiferare sull'ergastolo ostativo, era l'ultima cosa che ci saremmo aspettati". Anche dalla Lega sono arrivate forti polemiche. "La Lega manifesta preoccupazione per la scelta della ministra della Giustizia, Marta Cartabia, di indicare Carlo Renoldi come nuovo capo del Dap”, ha affermato la Senatrice Giulia Bongiorno, ex ministra e responsabile del dipartimento Giustizia.

Ferme restando le indubbie capacità professionali del Magistrato, desta perplessità la scelta di affidare un incarico così delicato, anche per il messaggio che ne deriva, a chi ha assunto posizioni, anche pubblicamente, che hanno sollevato un vespaio di polemiche nel fronte dell'Antimafia". "La Lega, come dimostra la decisione di promuovere i Referendum sulla giustizia, nel solco della presunzione di innocenza, reputa essenziale il massimo garantismo nella fase delle indagini e nel corso del processo. Quando però le responsabilità di un imputato sono accertate con sentenza definitiva occorrono rigore e certezza", ha spiegato. "Questo vale per tutti i condannati, in particolare per quelli per fatti di mafia. La lotta alla mafia non deve conoscere rallentamenti e le Istituzioni oltre a essere intransigenti e severissime in questo obiettivo, debbono apparire tali", ha aggiunto. Dure posizioni sono giunte anche dall’ex sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone. "Sulla nomina di Renoldi sono state sollevate forti perplessità in vari ambiti, compreso quello curriculare visto che il magistrato non avrebbe mai svolto ruoli apicali in gestione e organizzazione di strutture estremamente complesse. Cartabia avrebbe dovuto avviare un'ampia consultazione sulla figura più adatta a ricoprire un incarico cosi' delicato e strategico: questa scelta purtroppo conferma ancora una volta la volontà di esautorare il ruolo fondamentale della politica", ha detto il parlamentare della Lega. "La domanda obbligatoria è quali siano i criteri e le motivazioni che hanno supportato il guardasigilli Marta Cartabia nella scelta del magistrato Carlo Renoldi come nuovo capo Dap".
(Prima pubblicazione: 28 Febbraio 2022)

Foto © Imagoeconomica

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